L’Inghilterra e i richiedenti asilo

La rigida posizione del governo sta cominciando ad incrinarsi? La sinistra e le Chiese premono per una maggiore accoglienza. Il “problema” Corbyn
migranti

Il partito conservatore inglese si trova in questo momento stretto in una morsa per quanto riguarda le sue politiche verso l’Europa. Da un lato lo Ukip gli tiene il fiato sul collo e mira a guadagnare i voti dell’elettorato conservatore; dall’altro la stampa britannica, in larga misura di destra e xenofoba, continua a seminare tra i lettori la paura che la Gran Bretagna venga invasa da masse di migranti che «vogliono soltanto approfittare del nostro generoso sistema di sussidi».

 

Inoltre c’è sempre stata una forte componente antieuropea nel partito Conservatore, sin da ben prima dell’ascesa dell’Ukip e della crisi dei migranti. Aggiungete il pragmatismo tipico degli inglesi e inizierete a capire il perché di questo atteggiamento ostile verso i migranti. Chi “pagherà” per loro? Dove vivranno? Saranno semplicemente un fardello per lo Stato?

 

Paesi, come la Grecia, già sull’orlo della bancarotta, si confrontano con numeri massicci di migranti, per non parlare dell’Italia e degli altri Paesi mediterranei. Molti in Gran Bretagna sono rimasti scioccati alla notizia che la Germania intende accogliere 800 mila migranti solo quest’anno. Se la Germania lo può fare, allora anche la Gran Bretagna può prenderne, diciamo, almeno 50 mila. Ciò che manca completamente, nella maggioranza dei politici e dei cittadini nel Regno Unito, è però il concetto di Unione Europea come insieme di nazioni sorelle, e che l’unico modo per trovare una soluzione al problema delle migrazioni è lavorare insieme e condividerne il peso.

 

Ci sono alcune voci, dalla sinistra e dalle Chiese, che si oppongono all’atteggiamento inumano del governo chiedendo una maggiore compassione, e l’idea di guardare alla situazione dal punto di vista umanitario e non puramente economico sta iniziando a prendere lentamente piede. Il candidato di punta nella corsa a nuovo leader del partito Laburista, Jeremy Corbyn, ha un atteggiamento molto più aperto e si sta guadagnando il sostegno di molti che non sarebbero elettori “naturali” del Labour.

 

Di fatto Corbyn si pone come colui che vuole riportare la Gran Bretagna, per quanto possibile, alle politiche pre-thatcheriane: molti, soprattutto giovani, lo trovano un approccio innovativo, nonostante Tony Blair, Gordon Brown e altri esponenti di spicco del partito Laburista stiano facendo di tutto per screditare Corbyn.

 

Se Corbyn verrà eletto a capo del partito, come appare probabile, il Labour – che si è spostato a destra sin dall’elezione di Tony Blair – si troverà ad affrontare una seria crisi di identità. Se ci sarà mai un governo Corbyn è tutto da vedere, ma quantomeno coloro che in Gran Bretagna cercano un approccio più umano e compassionevole alla questione dei migranti troveranno qualcuno che li ascolta.

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