«L’inferno a Parigi», le reazioni della stampa

I quotidiani riportano le testimonianze di sopravvissuti e di feriti, mentre sul web impazzano le campagne a sostegno della città. Titoli ben più moderati di quelli usati da alcuni giornali che aizzano allo scontro e catalogano il mondo musulmano come nemico
Parigi

Sono tutte molto simili questa mattina le home page dei giornali francesi. Le Figaro titola “La guerra in centro a Parigi”; Le Monde: “La Francia si risveglia sotto choc dopo una notte da incubo”, Le Nouvel Observateur parla de “L’inferno a Parigi”. Solo La Croix preferisce un più neutro “Attacchi terroristici nella capitale”. Altro tratto comune alle varie testate è quello di riferire i commenti del presidente Hollande, di Barack Obama e delle manifestazioni di solidarietà che si sono diffuse tramite i social network: hashtag come #prayforparis e #jesuisparis hanno riempito il web. Ma ampio spazio trovano naturalmente anche i resoconti di quanto è successo e le testimonianze dei sopravvissuti.

Le Monde riporta il racconto di un suo collaboratore che abita di fronte al Bataclan, rimasto ferito ad un braccio per aiutare le persone in fuga: “Ho visto la gente scappare  anche dalle finestre, ho pensato all’11 settembre – riferisce -. Sono sceso per aprire loro la porta di casa mia, e aiutare un uomo che era a terra sul marciapiede ad entrare perché fosse al sicuro. Dev'essere stato allora che una pallottola proveniente dal teatro mi ha colpito al braccio”. Una risposta concreta all’hashtag #portesouvertes, con il quale i parigini hanno segnalato la propria disponibilità ad aprire le porte di casa a coloro che avevano bisogno di protezione. L’uomo si trova ora in ospedale, in attesa di un intervento; ma ha comunque prestato le prime cure anche all’uomo soccorso nella notte.

Anche Le Figaro riporta molte testimonianze: da quelle degli spettatori allo stadio, che riferiscono di un’evacuazione ordinata e senza panico – per quanto lunga -, a quella di un ragazzo che non ha notizie della fidanzata che si trovava al Bataclan. “Dovevamo fidanzarci ufficialmente la settimana prossima, ora non so se la rivedrò”. Anche su questo fronte viene in aiuto la tecnologia: sotto l’hashtag #rechercheparis, riferisce il giornale, vengono raccolte le foto di coloro di cui non si ha notizia. Il sito di questo quotidiano, così come gli altri, viene comunque aggiornato in continuazione mentre scriviamo: gli ultimi lanci parlano di 127 morti e 190 feriti, e di una città in cui nessuno muove un passo fuori di casa.

Ben diversi dai titoli utilizzati in Italia da Messaggero ("Massacro islamico a Parigi") e Libero ("Bastardi islamici"). Il direttore di Città Nuova ha espresso ferma condanna per aver  assimilato ai terroristi un miliardo e mezzo di fedeli musulmani, islamici. "Caso mai, se fossero stati attenti al vocabolario, i colleghi avrebbero usato l'aggettivo "islamisti" e non "islamici". Con atteggiamenti come questi, dice il mio collega e amico Riccardo Cristiano, «si rischia di far saltare le società complesse», uno dei più bei frutti dell'occidente europeo, le società in cui si può vivere assieme musulmani e cristiani, ebrei e atei".

La Croix, quotidiano cattolico, riferisce le parole dell’arcivescovo di Parigi, Andrè Vingt-Trois, che celebrerà una messa per le vittime domani nella cattedrale di Notre Dame: “Di fronte alla violenza degli uomini, possiamo ricevere la grazia di un cuore fermo e senza odio. Invito tutti ad una giornata di cordoglio e di preghiera”. Un messaggio simile è stato lanciato anche dal Centro francese per il culto musulmano, insieme a una ferma condanna di quanto avvenuto.

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