L’India affascina i torinesi

Sta andando bene il Salone di Torino, anzi benissimo...
Salone libro Torino
Che sia colpa, o merito, della crisi, che limitando i movimenti per vacanze e divertimenti, ricorda ai piemontesi il piacere abbastanza economico della lettura; che sia colpa, o merito, del freddo (mai un inverno-primavera così freddi da queste parti, dopo l’annunciato riscaldamento globale) che ricorda il piacere di starsene a casa, accanto a un termosifone, una stufa o un caminetto, oppure sotto un trapuntone, a godersi in tranquillità un buon libro. Di fatto il salone continua a registrare numeri da record: + 20% i biglietti venduti, e i giovani fanno la parte del leone.

 

Tra i tanti ospiti illustri il cardinal Bagnasco che ha detto nel suo discorso: «Chiunque non voglia piegarsi al fast food della pseudocultura, all’epidermide delle gratificazioni istantanee, non può che fare un percorso di fede». E un percorso di fede lo raccontano con i loro libri il giornalista e conduttore tv Paolo Brosio che ricorda: «La Madonna della Consolata m’ha salvato la vita una vigilia di Natale»; e il difensore della Juve Nicola Legrottaglie che afferma: «Le partite finiscono, la ricerca della verità no». 

 

Dal canto suo Dario Fo parla di sinistra e Lega, e presenta la sua Bibbia spiegata ai villani.

 

L’India paese ospite continua ad affascinare i torinesi, che un certo feeling con il subcontinente asiatico l’hanno avuto da sempre: dai tempi delle dirompenti invenzioni di Emilio Salgari, con il suo leggendario Sandokan & C. (anche se Salgari in India non c’è mai stato); a Guido Gozzano, reporter che amava avventurarsi fra le magie, gli incanti e i contrasti di quella terra dalla cultura antichissima.

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