L’incontro con il mondo della cultura

In un grande salone gremito di oltre mille artisti e intellettuali si è svolto l’incontro del papa con il mondo della cultura portoghese
Benedetto XVI

«L’evento conciliare ha messo i presupposti per un autentico rinnovamento cattolico e per una
nuova civiltà – la civiltà dell’amore – come servizio evangelico all’uomo e alla società». Lo ha detto stamane il papa alle 10 nel suo incontro durante l’incontro con il mondo della cultura portoghese, svoltosi nel Centro culturale di Belem di Lisbona in Portogallo davanti a oltre mille intellettuali e artisti.

È un importante riconoscimento del ruolo e del significato del Concilio Vaticano II avvenuto davanti ad un pubblico non sempre vicino ad esperienze religiose. «Proprio con lo scopo – ha aggiunto il papa – di mettere il mondo moderno in contatto con le energie vivificanti e perenni del Vangelo si è realizzato il Concilio Vaticano II».  In proposito, Ratzinger, ha citato Paolo VI per il quale «la Chiesa deve venire a dialogo con il mondo in cui si trova a vivere. La Chiesa si fa parola, la Chiesa si fa messaggio, la  Chiesa si fa dialogo». Ed infatti, ha aggiunto, «il dialogo senza ambiguità e rispettoso delle parti in esso coinvolte è oggi una priorità nel mondo, alla quale la Chiesa non intende sottrarsi». Ne dà testimonianza, ha elencato il Pontefice, «la presenza della Santa Sede in diversi organismi internazionali, come, per esempio, nel Centro Nordsud del Consiglio dell’Europa, istituito 20 anni fa qui a Lisbona, che ha come pietra angolare il dialogo interculturale allo scopo di promuovere la cooperazione fra l’Europa, il sud del Mediterraneo e l’Africa e di costruire una cittadinanza mondiale fondata sui diritti umani e le responsabilità dei
cittadini, indipendentemente dalla loro origine etnica e appartenenza politica, e rispettosa delle credenze religiose».

«Costatata la diversità culturale, bisogna far sì – ha concluso – che le persone non solo accettino l’esistenza della cultura dell’altro, ma aspirino anche a venire arricchite da
essa e ad offrirle ciò che si possiede di bene, di vero e di bello».

 

Il papa era partito ieri da Roma ed era arrivato a Lisbona martedì 11 maggio alle 11 e 57 ora italiana. Durante l’incontro a bordo dell’aereo il papa ha risposto ad alcune domande dei giornalisti toccando vari temi di attualità: la situazione del Portogallo, la crisi economica europea, il significato oggi del messaggio di Fatima. Riguardo il terzo segreto il papa lo ha attualizzato alla condizione della Chiesa: «Oggi – ha detto – lo vediamo in modo realmente terrificante: la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato della Chiesa». Il riferimento allo scandalo dai preti pedofili, alla «sporcizia» presente nella Chiesa, all’insabbiamento avvenuto a tutti i livelli, è parso evidente. Come del resto sono state di colpo spazzate via tutte le teorie del complotto esterno agitate come fantasmi contro la Chiesa. E la Chiesa per tutto quanto accaduto «ha bisogno – spiega il papa – di re imparare la penitenza, accettare la purificazione, imparare il perdono ma anche la necessita della giustizia. E il perdono non sostituisce la giustizia».

 

All’arrivo a Lisbona, nel suo saluto al presidente della repubblica portoghese, Anibal Cavaco Silva, il papa ha spiegato il senso del suo viaggio. «La visita – che ora inizio sotto il segno della speranza, intende essere una proposta di sapienza e di missione».

 

Questo pomeriggio alle 16 e 40 il papa si trasferisce in elicottero da Lisbona al santuario di Fatima, a circa 100 km a nord della capitale, dove sono attesi circa 500mila pellegrini.

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