L’importanza di un “Natale scomodo”
Caro direttore,
grazie per i tuoi auguri scomodi. Mi pare che invitino a stare in buona compagnia, cominciando da quella del loro autore, don Tonino Bello, ma che ci portano anche alla tavola di dom Hélder Camara, forse prossimamente sugli altari, che sempre si meravigliava del fatto che se proponeva aiutare i poveri lo inneggiavano come santo, ma quando proponeva lottare contro la povertà gli davano del comunista.
Sono in loro compagnia san Oscar Romero, che per la difesa degli ultimi venne assassinato, ma anche Berta Cáceres, che pure ha pagato nel suo Honduras con la vita la difesa degli ultimi, e monsignor Enrique Angelelli, ucciso dalla dittatura anche perché insegnava ad aver un orecchio al Vangelo e l’altro al popolo…
Ci sono con loro anche i sette monaci trappisti massacrati in Algeria, uno di loro perdonó la mano assassina che avrebbe reciso la sua vita prima ancora di essere attaccato, e ci sono attivisti sconosciuti al mondo, come l’avvocatessa squartata nella selva colombiana perché difendeva i poveri ed oggi suo figlio continua il suo lavoro al posto suo. Ancora, ci sono credenti e non credenti, c’é la suora assassinata nel 2006 in Somalia insieme alla guardia del corpo musulmana, che cercò di farle da scudo…
È un popolo diverso, variopinto e verace che sarebbe piaciuto ad un altra donna che non ha mai lasciato nessuno tranquillo: Chiara Lubich. Nessuno è mai uscito indenne dal suo sguardo mite, ma energico, coerente. Lei prese sul serio quel “guai a voi ricchi” e criticò senza sé e senza ma chi voleva annacquare con “prudenza” il Vangelo…. Lei colse il valore della giustizia e dell’uguaglianza alimentate dalla fraternità, invitando tutti a dare, a dare senza calcoli e senza sosta. Grazie allora per questi auguri, sperando di meritare una così bella compagnia.
Buon Natale.