L’importanza di denunciare
In Campania sono numerosi e frequenti i casi di bullismo e cyberbullismo. Alcuni assurgono agli onori della cronaca per l’eco mediatica che li circonda; molti, invece, restano praticamente nell’anonimato. Ha fatto scalpore la decisione di un papà di Mugnano, comune vicino Napoli, di pubblicare su Facebook le foto del figlio minorenne pestato da alcuni bulli. A molti è sembrato eccessivo, ma è servito per dare una scossa. Raccapriccio ha invece destato la storia di Giugliano, popolosa cittadina tra Napoli e Caserta, dove un tredicenne disabile è stato ripetutamente abusato da 11 minorenni, 4 dei quali così giovani da non essere neanche imputabili. In questa regione, inoltre, il fenomeno confina spesso con episodi di criminalità organizzata. Oltre alla paura del più forte, sono frequenti i casi in cui non si denuncia per paura dei clan. L’Ufficio scolastico regionale e alcune università da anni monitorano il fenomeno, attraverso osservatori specializzati. Diversi comuni si sono dotati di sportelli di ascolto per le vittime di bullismo. Nelle scuole si lavora molto per far emergere casi nascosti e aiutare i ragazzi a isolare i bulli e renderli inoffensivi, ma manca una sinergia. La VI Commissione del Consiglio regionale ha approvato le “Disposizioni per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo”. La legge istituisce un comitato regionale, stabilisce la “Settimana regionale contro il bullismo e il cyberbullismo” e prevede la creazione di un fondo per iniziative di prevenzione e di contrasto. Interessante, poi, la proposta di Claudio Gubitosi di invitare i bulli di Mugnano a far parte della giuria del Giffoni Film Festival, da lui diretto. «È un’opportunità – ha dichiarato – per far conoscere loro la bellezza del rispetto per gli altri, la comprensione delle differenze, il valore delle diversità».