L’importanza delle buone notizie

Città Nuova propone la "Settimana delle good news": il racconto di fatti positivi, di buone pratiche, di storie eccezionali nella loro semplicità, per mettere in luce il buono che ci circonda
Naufragio Libia

Sui manuali di giornalismo, spesso si legge che i fatti positivi difficilmente diventeranno notizia. Il motivo è semplice: sembra che ai lettori non interessino. Anzi, peggio, le buone notizie sono bollate come “noiose”. Per un giornalista, anzi, una brutta notizia è spesso una buona notizia.

Eppure, in un tempo in cui la cronaca nera la fa da padrona e le linee guida sono le cosiddette “5 S” sesso, sangue, soldi, spettacolo e sport –, scrivere di fatti positivi può avere un sapore rivoluzionario e può spingere – chi li legge – finanche all’emulazione, diventando diffusori e moltiplicatori di benessere collettivo.

Di buone notizie, Città Nuova scrive da sempre. In più, dal 2012, promuove, nel mese di maggio, la cosiddetta “Settimana delle good news, proponendo ogni giorno almeno una notizia che faccia sperare, che proponga modelli positivi, buone pratiche, storie spesso eccezionali nella loro semplicità e originalità…

Bar senza slot
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Può essere una buona notizia l’iniziativa di un disoccupato di creare lavoro mettendo insieme domanda e offerta,  la mobilitazione di tanti sindaci contro il gioco d’azzardo, la grande solidarietà ricevuta dalle popolazioni del Centro Italia dopo il terremoto, il dialogo tra papa Francesco e i musulmani e i rappresentanti di altre religioni…

Possono essere buone notizie anche l’aiuto ai poveri, la scelta di vivere sotto le bombe per non abbandonare le popolazioni sofferenti della Siria, l’accoglienza data a chi fugge da guerra e fame e la decisione di un gigante come l’India di mettere al bando, dal 2030, tutte le auto, fuorché quelle elettriche, se la trasformazione avverrà in maniera sostenibile.

Dell’importanza della buona notizia, parla anche il messaggio di papa Francesco per la giornata delle comunicazioni sociali, che si celebrerà il prossimo 28 maggio.

«Credo – scrive il pontefice – ci sia bisogno di spezzare il circolo vizioso dell’angoscia e arginare la spirale della paura, frutto dell’abitudine a fissare l’attenzione sulle “cattive notizie” (guerre, terrorismo, scandali e ogni tipo di fallimento nelle vicende umane)».

Siria
Siria

Certo, aggiunge, non si tratta di promuovere una disinformazione in cui sarebbe ignorato il dramma della sofferenza, né di scadere in un ottimismo ingenuo che non si lascia toccare dallo scandalo del male. «Vorrei, al contrario, che – aggiunge – tutti cercassimo di oltrepassare quel sentimento di malumore e di rassegnazione che spesso ci afferra, gettandoci nell’apatia, ingenerando paure o l’impressione che al male non si possa porre limite… Vorrei dunque offrire un contributo alla ricerca di uno stile comunicativo aperto e creativo, che non sia mai disposto a concedere al male un ruolo da protagonista, ma cerchi di mettere in luce le possibili soluzioni, ispirando un approccio propositivo e responsabile nelle persone a cui si comunica la notizia. Vorrei invitare tutti a offrire agli uomini e alle donne del nostro tempo narrazioni contrassegnate dalla logica della “buona notizia”».

Guardando con occhi rinnovati ai fatti, anche a quelli più terribili, avendo nel cuore la speranza, ogni «nuovo dramma che accade nella storia del mondo diventa anche scenario di una possibile buona notizia, dal momento che l’amore riesce sempre a trovare la strada della prossimità e a suscitare cuori capaci di commuoversi, volti capaci di non abbattersi, mani pronte a costruire».

I giornalisti di Città Nuova proporranno, questa settimana, una selezione di “good news”. Ma aspettiamo, nei commenti, anche le segnalazioni e il racconto delle buone notizie dei lettori!

 

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