L’impianto della discordia

La realizzazione di un biodigestore in Valle Scrivia, precisamente nel Comune di Isola del Cantone (Genova), ha diviso i pareri della Giunta regionale che ha deliberato la compatibilità ambientale al progetto. Ora gli abitanti intendono ricorrere al Tar

Il progetto è di Energa Srl e prevede la realizzazione in Valle Scrivia, esattamente nel comune di Isola del Cantone (Ge), di un impianto per la produzione di energia elettrica da biogas. Da parecchio se ne parla e i pareri sono alquanto discordanti tra di loro. Non sono convinti per nulla i vari comitati locali e gran parte dell’amministrazione comunale e anche dagli altri Comuni della zona sia quelli della Liguria sia quelli del Basso Piemonte. «Per valutare il progetto ci siamo avvalsi di consulenze di fiducia e di pareri forniti da professionisti del settore – scrive il sindaco Giulio Assale −; da una complessiva valutazione e confronto degli aspetti positivi e negativi dell’impianto, ci si è resi conto che questi ultimi sono prevalenti. Siamo ben consapevoli che industrie di questo tipo devono comunque trovare un’idonea collocazione nei territori, anche in Liguria, ma si è altresì tenuto conto che le problematiche create da tali impianti sono spesso notevoli e rilevanti, anche in considerazione di lacune nel quadro normativo regionale, ad esempio in materia di odori e distanza dalle abitazioni».

Ma a fronte di ciò il 30 dicembre scorso la Giunta regionale ha deliberato il parere positivo di compatibilità ambientale al progetto per la realizzazione del biodigestore. Parere che ha messo in luce la discordanza tra i componenti stessi della giunta regionale. Sia l’assessore all’ambiente che la vicepresidente Viale in assemblea pubblica a Isola del Cantone si erano detti contrari come anche si erano detti contrari in quell’occasione gli amministratori locali, l’Associazione isolese ambientalista e i cittadini della Valle Scrivia, i consiglieri metropolitani genovesi e dei Comuni del Basso Piemonte.

Pomo della discordia è il posizionamento dell’impianto industriale collocato dentro il letto del fiume Scrivia, oltre ai terreni ritenuti non disponibili e ad alto rischio di allagamento e inquinamento del fiume stesso. Ora con più forza si sono uniti alla protesta degli abitanti di Isola del Cantone anche i 12 Comuni piemontesi che sorgono lungo lo Scrivia, da Arquata a Castelnuovo, e si aspetta il parere dalla provincia di Alessandria. L’intenzione, dicono i manifestanti, è di ricorrere al Tar contro un progetto che il comitato ambientalista di Isola del Cantone ha definito insensato, un impianto di trattamento dei rifiuti sovradimensionato per il territorio, oltre che da previsto in un sito non adatto. Una vicenda surreale la definisce in consigliere regionale del Pd Rossetti: «Lo è il sito scelto per l’impianto, lo è il fatto che l’autorizzazione dell’impianto arrivata dalla giunta sia un atto incompleto, dove per esempio non c’è parere della Paesaggistica − dice Rossetti −, lo è il dubbio che la produzione di energia da trattamento rifiuti per cui sulla carta servirebbe il biodigestore sia solo una scusa. Ma se avessero voluto fermare il progetto, non sarebbe stata la prima volta che una Giunta dice no ad un parere tecnico. Se no cosa ci sta a fare la Giunta? Se i politici non possono contraddire i tecnici, allora deleghiamo ai tecnici, abdichiamo la funzione politica».

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