L’Immacolata, Francesco e la tenerezza

Il rapporto particolarmente intenso di papa Bergoglio con Maria. Dalla prima visita a Santa Maria Maggiore a quelle successive, alle citazioni nella Evangelii Gaudium, fino all'affermazione di «uno stile mariano nell’attività evangelizzatrice della Chiesa»
Immacolata

La prima uscita di papa Francesco, la mattina dopo la sua elezione  è stata per andare da sua Madre a Santa Maria Maggiore. Una scelta che indica chiaramente una sua preferenza. «Cristo non vuole che camminiamo senza una madre», ha detto nella Evangelii Gaudium.

La devozione mariana di Francesco è segnata da questo tocco di maternità femminile. E aiuta a cogliere l’Immacolata non come un cristallo purissimo, ma freddo, bensì  «come una vera madre (che) cammina con noi, combatte con noi, ed effonde incessantemente la vicinanza dell’amore di Dio».

Mi limito a citare e commentare brevemente  alcune espressioni di papa Francesco dalle ultime pagine della Evangelii Gaudium.

«Maria è colei che sa trasformare una grotta per animali nella casa di Gesù con alcune povere fasce e una montagna di tenerezza». Non c’è qui nulla di quel sentimentalismo vuoto, che caratterizza a volte la devozione a Maria. La “montagna di tenerezza” freme nel cuore e nella carne di Maria, madre “vera”, in lei tutta l’umanità accoglie il Figlio di Dio e dell’uomo. E’ la misericordia tenera di Dio che tocca la terra e la fa rinascere. Egli ha voluto ripopolarla di suoi figli e per questo ha pensato una madre. «Se uno non nasce  da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio» (Gv 3,5). Si può aggiungere che occorre nascere anche da Maria.

Francesco continua su questa linea, affermando che  «vi è uno stile mariano nell’attività evangelizzatrice della Chiesa» e spiega con la sua tipica originalità: «Ogni volta che guardiamo a Maria, torniamo a credere nella forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto. In lei vediamo che l’umiltà e la tenerezza non sono virtù dei deboli ma dei forti, che non hanno bisogno di maltrattare gli altri per sentirsi importanti».  Il papa fa diventare universale il linguaggio della Chiesa latinoamericana da cui proviene. Lì la Madonna è soprattutto colei che canta nel Magnificat  Dio che «ha rovesciato i potenti dai troni» e «ha rimandato i ricchi a mani vuote». Rivoluzione vera, non nella violenza, ma in una «dinamica di giustizia e di tenerezza, di contemplazione e di cammino verso gli altri».

L’Immacolata alle volte è stata presentata troppo “bianca”, solo pura, rischiando di metterla molto in alto, sola, senza il Figlio (e i figli). Non madre. La sua immacolatezza è solo la condizione per la sua tenerezza: tutta di Dio in modo che Egli le ha dato il suo amore e l’ha fatta madre.

Francesco applica: «Le chiediamo che con la sua preghiera materna ci aiuti affinché la Chiesa diventi una casa per molti, una madre per tutti i popoli e renda possibile la nascita di un mondo nuovo».

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