UE, limite al prezzo del gas
I ministri dell’energia dell’Unione europea (Ue) hanno raggiunto un accordo politico su un regolamento che stabilisce un meccanismo di correzione del mercato per proteggere i cittadini e l’economia da prezzi eccessivamente elevati. Il regolamento mira a limitare gli episodi di prezzi eccessivi del gas nell’Ue che non riflettono i prezzi del mercato mondiale, garantendo allo stesso tempo la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e la stabilità dei mercati finanziari.
Il regolamento introduce un meccanismo di correzione del mercato sulle piattaforme virtuali di scambio di gas nell’Ue. Il meccanismo di correzione del mercato verrà attivato automaticamente se si verificano due ipotesi tecniche: nel caso il prezzo mensile sul mercato Title Transfer Facility (TTF) supera i 180€/MWh per tre giorni lavorativi e nel caso il prezzo TTF mensile è superiore di 35€ rispetto a un prezzo di riferimento per il gas naturale liquido sui mercati globali per gli stessi tre giorni lavorativi.
Il meccanismo si applicherà a partire dal 15 febbraio 2023. L’Agenzia per la cooperazione tra i regolatori nazionali dell’energia (ACER) monitorerà costantemente i mercati e, qualora essa rilevasse un evento di correzione del mercato, pubblicherà un avviso di correzione del mercato sul proprio sito web.
Finché il meccanismo sarà attivo, non saranno consentite transazioni relative ai futures sul gas naturale che rientrano nell’ambito di applicazione del meccanismo al di sopra di un cosiddetto limite di offerta dinamica. Il limite di offerta dinamica è il prezzo di riferimento per il GNL sui mercati globali (basato su un paniere internazionale di polo di transazione di gas naturale liquido) più 35€/MWh. Se il prezzo di riferimento del gas naturale liquido è inferiore a 145€, il limite di offerta dinamica rimarrà a 145€ e 35€.
Una volta attivato, il limite di offerta dinamica si applicherà per almeno 20 giorni lavorativi. Se il limite di offerta dinamica è inferiore a 180€/MWh per gli ultimi tre giorni lavorativi consecutivi, verrà automaticamente disattivato. Il limite di offerta dinamica sarà inoltre disattivato automaticamente, in qualsiasi momento, se un’emergenza regionale o dell’intera Ue fosse dichiarata dalla Commissione europea, secondo la regolamentazione sulla sicurezza dell’approvvigionamento, in particolare in una situazione in cui la fornitura di gas fosse insufficiente per soddisfare la domanda di gas.
Il regolamento prevede un meccanismo di sospensione, qualora vengano individuati rischi per la sicurezza dell’approvvigionamento energetico, la stabilità finanziaria, i flussi di gas all’interno dell’Ue o rischi di aumento della domanda di gas. In qualsiasi momento, quando si concretizzeranno tali rischi o turbative del mercato, la Commissione europea adotterà un decisione di esecuzione di sospendere il meccanismo di correzione del mercato.
Il meccanismo di correzione del mercato sarà sospeso, in particolare se la domanda di gas aumenta del 15% in un mese o del 10% in due mesi, le importazioni di gas naturale liquido diminuiscono in modo significativo o il volume scambiato sul TTF diminuisce in modo significativo rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Il limite si applicherà esclusivamente ai contratti a un mese, a tre mesi e a un anno stipulati al TTF, contratti che rappresentano oltre un quinto delle transazioni ma hanno una grande influenza su tutte le transazioni del gas.
Tali salvaguardie erano particolarmente preoccupanti per alcuni Stati membri come Germania, Paesi Bassi, Austria, Danimarca ed Estonia, che nei mesi passati hanno espresso profondo scetticismo riguardo al tetto massimo, sostenendo che forniture affidabili erano una priorità maggiore rispetto a prezzi accessibili. D’altronde, altri Stati membri come Belgio, Polonia, Italia, Grecia, Spagna e Portogallo hanno insistito sul fatto che il limite al prezzo del gas fosse uno strumento indispensabile per combattere la crisi energetica e proteggere consumatori e aziende dalle bollette alle stelle. Nello specifico, la Germania ha votato a favore del limite, mentre i Paesi Bassi e l’Austria si sono astenuti, allorché l’Ungheria ha votato contro.
Secondo Jozef Sikela, ministro dell’industria e del commercio della Repubblica Ceca, che attualmente presiede il Consiglio dell’Ue, osserva che «siamo riusciti a trovare un accordo importante che mette al riparo i cittadini dall’impennata dei prezzi dell’energia». Dunque «metteremo a punto un meccanismo realistico ed efficace, che includa le salvaguardie necessarie che ci guideranno lontano dai rischi per la sicurezza dell’approvvigionamento e la stabilità dei mercati finanziari».