Liguria, territorio fragile e traffico in tilt

Si temono altri smottamenti mentre la procura di Procura della Repubblica di Savona ha allargato l’inchiesta originata dal crollo del ponte Morandi. In seria difficoltà, nonostante i grandi sforzi, importanti collegamenti con i porti liguri e verso le industrie del centro nord
ANSA/LUCA ZENNARO

Mentre si lavora per il ripristino del viadotto sulla A 6, da ieri sera la Direzione di Tronco di Genova di Autostrade per l’Italia ha chiuso al traffico in entrambe le direzioni la tratta dell’autostrada A26 compresa tra l’allacciamento con l’autostrada A10 e lo svincolo di Masone.

La misura viene assunta per consentire l’esecuzione di verifiche tecniche sui viadotti Fado Nord e Pecetti Sud, presenti in tale tratta. Questa mattina una nota informa che: «entro le ore 12 di oggi sarà riaperta parzialmente l’autostrada A26, tra l’allacciamento con la A10 e lo svincolo di Masone, grazie ad uno scambio di carreggiata che consentirà il transito su una corsia per ogni senso di marcia. Questo per permette di togliere Genova dall’isolamento, dovuta anche alla chiusura dell’A6, e continuare comunque ai tecnici di svolgere le verifiche tecniche sui viadotti Fado e Pecetti ritenuti ammalorati e non sicuri».

Giornata di bilanci, quella di ieri, e di conta più precisa dei tanti danni causati dalle piogge in Liguria. Il 25 novembre,  il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli è arrivata a Savona per un incontro in prefettura con le massime autorità della Regione, dopo il crollo del viadotto “Madonna del Monte”. Un quadro desolante quello che ha trovato, tanto da affermare: «È evidente che siamo in piena emergenza e quindi il governo prioritariamente  sosterrà le istituzioni locali tutte per affrontare l’emergenza, sia con risorse economiche, che con l’allargamento dello stato di emergenza e quindi con la possibilità di intervenire con la somma urgenza».

«Un minuto dopo che siamo usciti dalla emergenza – ha precisato la ministra Micheli –  dobbiamo dare la disponibilità alla Liguria per immaginare un piano straordinario, perché eventi degli ultimi anni parlano di un territorio con fragilità conosciute e a volte anche sconosciute».

Sulle tante emergenze in cui versa il territorio ligure, quella dell’interruzione per frana del viadotto sulla Torino Savona ha la priorità. Sono in ballo collegamenti importanti con i porti liguri e verso le industrie del centro nord.

«Dai primi sopralluoghi risulterebbe integro il tratto della A6 in direzione sud, quello verso Savona non interessato dal crollo del viadotto: appena installati tutti i sensori e verificata la totale sicurezza, l’autostrada potrà riaprire con un senso unico alternato». Lo ha scritto ieri il governatore della Liguria, Toti.

Indagini anche da parte della Procura della Repubblica di Savona che esaminerà i piloni crollati. Ma su tutto pesa la grande incognita relativa ai «15 mila metri cubi di fango ancora in bilico» sulla sommità della collina che potrebbero staccarsi alle prossime piogge e rovinare a valle.

La massa che ha distrutto parte del viadotto della A6 era composta da circa 30 mila metri cubi di materiale, sceso da un’altezza di 300 metri “correndo” a circa 20 metri al secondo.

«È stata rapidissima – hanno detto gli esperti – e calcolando la velocità con la quantità di massa l’impatto sui piloni è stato devastante». Secondo i tecnici è stata la grande quantità di pioggia caduta nel mese a provocare lo smottamento di un terreno un tempo agricolo e ora  abbandonato in una zona considerata a rischio, “finora”,  da moderato a basso.

È bene ricordare che la chiusura dell’autostrada A 26, che  collega Genova ad Alessandria fino a Gravellona Toce nella provincia di Verbania Cusio Ossola, è stata una scelta obbligata visto che la procura di Genova aveva sostanzialmente intimato la misura alla concessionaria a causa delle condizioni pessime in cui si troverebbero due viadotti(il Pecetti e il Fado) della rete genovese finiti nel mirino dell’inchiesta sui cosiddetti falsi report, un filone nato dalle indagini sul crollo del Morandi che ha permesso di portare a galla l’incredibile sottovalutazione delle condizioni di alcuni viadotti.

Nei report ufficiali venivano indicate valutazioni che non corrispondevano alla realtà. Naturalmente i ponti in questione erano in condizioni assai peggiori di quelle ufficializzate nelle valutazioni poi inviate al Ministero competente.

«Per Genova – scrive un’agenzia locale – e per la Liguria è un ulteriore colpo mortale alla rete dei trasporti».

Come ha precisato il governatore ligure Giovanni Toti, «La sicurezza dei cittadini viene prima di tutto ed è sacrosanto che si facciano tutte le verifiche del caso, ma Genova, la Regione e i nostri porti saranno paralizzati. Per questo ci siamo subito riuniti con il sindaco Bucci e il presidente del porto Signorini prima di andare dal Prefetto per capire come il Governo intende gestire l’emergenza».

 

 

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons