Libertà, verità e coscienza: il motto dei giovani del Sermig
Musiche e danze hanno aperto il quarto raduno mondiale dei giovani per la pace, oltre ai numerosi stand di associazioni e movimenti presenti per “risvegliare le coscienze”.
Un forte applauso da piazza Plebiscito risuona per papa Francesco nel giorno della festa del patrono d’Italia, che sfocia in un momento festoso e coinvolgente davanti al cardinale Crescenzio Sepe, al sindaco “sospeso” Luigi De Magistris e al fondatore del Sermig Ernesto Olivero.
Sul palco testimonianze da Napoli e da tutto il mondo che hanno raccolto il silenzio e l’attenzione della piazza, tra cui l’esperienza di Davide Cerullo che da baby pusher di Scampia con un forte passato nella criminalità organizzata ha dato una svolta decisiva alla sua vita, e la sottile commozione di tre mamme della Terra dei fuochi che hanno perso i loro piccoli e hanno voluto ricordare a tutti che dobbiamo «riprenderci la responsabilità di custodire il creato».
Momenti di stupore e di commozione, ma anche di assoluto silenzio che hanno riportato l’attenzione alla coscienza di ciascuno. Parole importanti sono state pronunciate: libertà, verità e coscienza, per essere pronti a gettare un seme di pace partendo in prima persona ad innescare quel cambiamento per un un futuro migliore.
Durante l’incontro sul palco si sono inoltre alternati musicisti e ballerini, tra cui Simona Atzori, che ha emozionato la piazza con la sua straordinaria performance e il suo sorriso.
A conclusione, anche il cardinale ha rivolto un appello ai giovani in piazza: «Grazie a voi oggi Napoli è capitale della pace, in un momento molto difficile. Da qui parte il grido di pace rivolto a tutto il mondo – ha detto –. Ci sono coscienze che sprigionano guerra, che offendono l'uomo: voi siete le coscienze pulite del mondo che basano la propria esistenza su Gesù Cristo».
I giovani hanno portato a casa un dono prezioso: la “Lettera alla Coscienza”, scritta da Ernesto Olivero, che verrà tradotta in decine di lingue, e con cui il fondatore ha salutato i giovani in piazza concludendo con un caloroso «Vi voglio bene!».