Libertà religiosa, sul serio
Il principio su cui si fonda tutto l’insegnamento islamico è l’unicità di Dio Al tawhid. Sulla conoscenza di questo principio si basa tutta la vita del musulmano il quale, illuminato da questa fede, si rende conto che il pluralismo e la diversità sono la volontà dell’Unico Dio che ha creato e amato tutti gli esseri e ci chiede di amare tutti come Lui ha amato. Grazie a questa fede, il musulmano riesce a dare un senso alla sua esistenza, a comprendere il senso del creato così diverso e variegato e ad entrare in relazione con esso in uno spirito di amore scambievole, lealtà e collaborazione. È scritto nel Corano (V, 48): «Ad ognuno di voi abbiamo assegnato una via e un percorso. Se Allah avesse voluto, avrebbe fatto di voi una sola comunità. Vi ha voluto però provare con quel che vi ha dato. Gareggiate in opere buone: tutti ritornerete ad Allah ed Egli vi informerà a proposito delle cose sulle quali siete discordi».
Al tawhid è anche il punto di riferimento a partire dal quale il musulmano si posiziona all’interno del dialogo interreligioso. Egli, incontrando credenti di altre religioni, non è coinvolto in un’attività marginale per la propria fede, poiché il dialogo interreligioso non esprime una stagione, una moda o una tattica ma un suo modo irrinunciabile di essere.
Il dialogo nella vita del musulmano non ha senso soltanto quando i tempi sono favorevoli. Le stagioni cambiano, gli umori e i contesti sociali pure, ma la scelta del dialogo per il musulmano è irreversibile. Perché il dialogo è religione. I veri credenti sono coloro che cercano di perfezionare, anche attraverso il dialogo, la loro fede e il loro rapporto con Dio convinti che si diventa migliori grazie alle persone che si incontrano, alle parole che si ascoltano, alla vita che si condivide.
La stima reciproca, la lealtà, la fiducia e il mutuo rispetto sono certamente basi fondamentali per un dialogo interreligioso autentico ed utile; ma costituiscono solo una tappa in questo importante percorso comune in cui vi è la necessità di andare verso un lavoro in rete in settori come la difesa della sacralità della vita; la tutela dei diritti fondamentali della persona (e in primo luogo la libertà religiosa); la tutela e la promozione della famiglia basata sul matrimonio naturale tra uomo e donna; la bioetica; la salvaguardia del creato; l’economia eco-solidale; la difesa della pace e della giustizia; la condanna di ogni forma di violenza di stampo religioso; la difesa e il rispetto di tutti i simboli religiosi.
Quando si è impegnati nel dialogo interreligioso, ci si trova prima o poi ad affrontare temi importanti che meritano un chiarimento immediato onde evitare incomprensioni. Uno di questi temi attuali è senz’altro il diritto alla libertà religiosa. In vari Paesi del mondo esso e la pratica religiosa stessa vengono ostacolati. I fedeli delle diverse tradizioni vengono discriminati o perseguitati per le loro convinzioni. In altri Paesi, gli stessi fedeli della religione di maggioranza possono subire violazioni del loro diritto all’esercizio religioso. Per questo motivo, musulmani, credenti di altre famiglie religiose e tutti gli uomini liberi oggi sono chiamati ad assumere un ruolo sempre più attivo a difesa di questo diritto fondamentale. Le istituzioni e le comunità musulmane in particolare, partendo dai propri testi sacri, hanno il dovere di denunciare ogni abuso in questo ambito, rompere il silenzio e assumere una posizione chiara a difesa della libertà religiosa basata sulla dignità di ogni persona.
Per quanto riguarda l’Islam mi preme ribadire ciò che segue: Iddio nel Corano riconosce ad ogni persona umana una dignità che non deve mai essere violata. Il rispetto di tale dignità umana passa attraverso il rispetto e lo sviluppo integrale di ogni uomo e di tutto l’uomo sia sul piano naturale che soprannaturale. E anche attraverso il pieno riconoscimento del diritto alla libertà, di cui la libertà religiosa è indubbiamente una delle forme più importanti.
L’Islam considera inoltre la libertà religiosa una condizione fondamentale per l’autentica ricerca della verità; perciò la fede che si basa sulla costrizione non è autentica e non è valida. E un diritto per ogni individuo e un dovere per ogni società. Per questo motivo tale libertà implica che debba essere riconosciuta dal diritto civile e tutelata da ogni violazione dall’ordine civile.
Essa deve essere garantita nei giusti limiti e comprende molti aspetti, in particolare sul piano personale: la libertà di aderire o meno ad una determinata fede religiosa; la libertà di esercizio del proprio culto; la libera scelta da parte dei genitori di educare i propri figli in base alle loro convinzioni religiose; il diritto all’assistenza spirituale ovunque; il diritto all’obbiezione di coscienza.
Sul piano collettivo, invece, devono essere garantiti: l’autonomia organizzativa dell’ente di culto; il libero esercizio del ministero; la libertà dell’insegnamento religioso; la libertà di associazione in nome delle proprie convinzioni religiose. Egualmente va garantita la libertà, nei limiti delle leggi vigenti e nel rispetto delle regole di trasparenza, di compiere opere di beneficienza e raccogliere fondi e finanziamenti da destinare a progetti inerenti alla propria attività religiosa.
* L'Autore è imam della Comunità islamica del Veneto.