Liberi dalle mafie e dall’usura
Potenza ospita la XVI giornata di memoria e impegno per le vittime di mafia. Occorre strozzare un sistema finanziario che consegna persone e imprese nelle mani della malavita
Terra ribelle quella lucana. Normalmente non compare sui mezzi di informazione. Una regione meridionale spopolata da un’emigrazione storica che ha lasciato pochi residenti, quasi seicentomila, che comunque, qualche anno fa, ha conquistato le prime pagine dei giornali insorgendo contro il progetto di un deposito nazionale di scorie nucleari da collocare, secondo le autorità nazionali, a Scanzano Jonico.
C’è bisogno di fare appello a questa vocazione di ribellione morale per intendere il motivo per cui quest’anno la Giornata in ricordo delle vittime delle mafie promossa da Libera, Associazione di nomi e numeri contro le mafie, si svolgerà oggi a Potenza. La gente lucana sa anche dir di no a progetti che devastano e feriscono il territorio e la mafia in questo non si tira indietro. Per averne conferma basta aver consultato le quasi cinquecento pagine del libro dossier delle Edizioni Gruppo Abele: "Quando la mafia non esiste. Malaffare e affari della mala in Basilicata". Ne è autore un altro prete come don Ciotti, Marcello Cozzi referente di Libera in Basilicata e presidente di una fondazione impegnata da tempo contro la piaga dell’usura. Una piaga che per la disponibilità di grosse quantità di denaro e la connivenza di tanti "colletti bianchi", diventa la porta d’ingresso della malavita nel sistema economico e imprenditoriale del territorio. Un controllo dominante, nascosto e
impalpabile quello che la Basilicata subisce.
L’analisi di Cozzi con dati, numeri e linguaggio chiaro tocca quell’intreccio, ben noto alla magistratura, tra centri massonici occulti e i basilischi, le organizzazioni mafiose lucane esperte proprio nella gestione illegale di denaro. Ma per il sacerdote non è sufficiente solamente ristabilire le condizioni di un’economia legale, ma bisogna investire sulla società civile. Molte delle situazioni di patologia finanziaria delle famiglie, partono ad esempio dall’uso delle carte bancarie revolving, cioè carte di credito che consentono di rimborsare a rate il saldo di fine mese. A ciò si aggiunge il sistema di prestito alle imprese e il riciclaggio di denaro poco pulito; insomma gran parte del sistema economico lucano sembra proprio orientato a consegnare le persone nella mani degli usurai.
Alla radice della denuncia e degli appelli di Libera, c’è una visione positiva dell’uomo, della sua capacità di passare dalla presa di coscienza, al cambiamento interiore e quindi sociale della realtà. Per questo la manifestazione annuale sulle vittime di mafie, che quest’anno fa tappa a Potenza, non si rivela mai un momento triste o di radicato pessimismo, ma un’occasione di festa e memoria per la liberazione concreta, reale e umana di un territorio. La scelta stessa del luogo consente una conoscenza più vera e una presa di coscienza delle difficoltà a livello nazionale. L’appuntamento di Milano, lo scorso anno ha messo in evidenza la diffusione della malavita finanziaria diffusa nella capitale economica del Paese, dati preoccupanti ma che sono stati confermati dallo stesso governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, proprio a ribadire che nessuno è esente dall’illegalità, ma che tutti però possono liberarsene ed è questo il messaggio che la carovana di Libera continua a portare per le piazze italiane.