Libera e le 1074 vittime di mafia

La piazza di Napoli come sede centrale per la XXVII Giornata della Memoria e dell'Impegno.

Libera sceglie la città campana come momento centrale della manifestazione che, anche quest’anno, sceglie di collegare idealmente numerose altre città, sparse in tutta la penisola. Torino, Roma, Milano, Firenze, Bari, Foligno, Pescara, Savona, Scanzano Ionico, Bari Vittoria: in queste piazze sono stati scanditi i nomi di 1074 vittime della mafia: sono magistrati, poliziotti, carabinieri, uomini e donne delle forze dell’ordine, giornalisti, sindacalisti, sacerdoti, giovani e bambini, ma anche vittime della tratta.

Altre manifestazioni si sono svolte a Parigi, Strasburgo e Berlino, Monaco, Colonia, Lipsia, Madrid, La Valletta.

La manifestazione di Napoli ha una manifestazione massiccia. il corteo fatica a muoversi per le vie della città. Questo determina qualche minuto di ritardo sul ruolino di marcia. Ma al corteo si uniscono in tanto a partire dal presidente della Camera, Roberto Fico, il vescovo di Napoli, monsignor Mimmo Battaglia, il prete anti camorra don Maurizio Patriciello, l’ex presidente del consiglio, Giuseppe Conte, il sindaco   di Napoli, Gaetano Manfredi, l’ex procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero de Raho, il leghista Gianluca Cantalamessa, componente della Commissione Antimafia.

Ma c’è soprattutto il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, anch’egli a sfilare insieme agli studenti. Mattarella ha chiesto di «onorare chi ha pagato con la vita il diritto alla dignità di essere uomini, opponendosi alla disumanità delle mafie, alla violenza, alla sopraffazione contro la propria famiglia, la comunità in cui si vive. Memoria è richiamo contro la indifferenza, per segnalare che la paura si sconfigge con la affermazione della legalità»

Partecipano anche gli operai della Whirlpool. I nomi scanditi sul palco fanno registrare, come ogni anno, una grande emozione. L’intervento conclusivo è di don Luigi Ciotti. Ciotti ricorda e critica la decisione del governo italiano di aumentare la spesa per gli armamenti e ricorda don Tonino Bello: «La pace – aveva detto don Bello – viene dall’inquietudine dei cuori e delle coscienze». Don Tonino Bello aveva anche parlato dell’Europa come «cassa comune» e non come «casa comune».

Libera mafie studenti (La Presse)
Libera mafie studenti (La Presse)

I protagonisti sono anche e soprattutto gli studenti. Sfilano con le loro bandiere tricolore, in alcuni casi chiedono anche la pace così pesantemente minacciata, C’è anche qualche bandiera ucraina. Protagonisti assoluti sono gli scout.  I loro striscioni e le loro canzoni sono la nota di colore di numerose città italiane.

A Milano, la manifestazione si svolge in piazza Prealpi, il luogo dove è stata uccisa la testimone di giustizia Lea Garofalo. C’è anche il sindaco Beppe Sala: è proprio lui a scandire i primi nomi della lista di 1074 letti in piazza.  Sala mette in guardia contro «il rischio delle infiltrazioni per le prossime Olimpiadi e per i fondi del Pnrr». Quella mafia che si inabissa e che si cela dietro attività apparentemente legali. Tra i presenti c’è anche Roberto Vecchioni.

A Pescara risuonano i numeri di un’emergenza criminalità che è un fatto nuovo per la regione Abruzzo: il numero delle interdittive antimafia emesse dalle prefetture nei confronti di aziende controllate o condizionate dalle organizzazioni criminali è aumentato del 71 per cento. Un dato che deve far riflettere.

A Vittoria, città dell’estremo sud italiano, una veglia di preghiera chiama a raccolta fedeli di varie chiese. Sul palco ci sono il vescovo, Giuseppe la Placa, la rappresentante della comunità luterana, Gisela Salomon, il presidente della comunità islamica, Abdelhamid Jebari. Risuona la preghiera della Sura rivolta ad Allah l’onnipotente. Chiudono le parole del vescovo. «Noi crediamo in questa umanità che crede nell’amore. Il grido della vita è più forte del rantolo della morte. Il bene è più forte del male. Crediamo in questa umanità che stasera è qui, che crede nella pace e che sa sperare».

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