Li hanno cacciati con le ruspe
«Può vedere con i suoi occhi – mi spiega un signore di mezza età seduto nel dehors del bar –, finalmente s’è fatto pulizia. Vede, con le ruspe li hanno cacciati, ci volevano quelle per distruggere un campo abusivo fatto di tende e sporcizia dove gli immigrati avevano fatto i loro dormitori. Ora Ventimiglia è più pulita, più bella. Accogliente».
Interrompo la foga del racconto del mio interlocutore con una domanda: gli chiedo se pure lui è un immigrato. Anche se la sua pelle non è nera, il suo accento parla di origini non proprio liguri. Mi spiega che questo non c’entra nulla. Lui è arrivato dal sud, ma qui ci può stare perché è italiano, «mentre quelli no. Loro hanno portato delinquenza, malavita di ogni grado ed è l’ora di smetterla».
Sotto il cavalcavia del Roya, infatti, di tende non c’è più traccia. Dall’ultima rimozione da parte della polizia municipale, avvenuta una quindicina di giorni fa, tutto è rimasto “pulito”. Ma tante volte s’è ripetuta questa operazione, della durata di pochi giorni, e poi tutto tornava come prima. Pian piano una tenda, un fuoco, qualche borsone o valigia e l’area di riempiva. Ora non si sta verificando. Ma è bel tempo. E quei ragazzi invitati ad abbandonare l’area comunque ci sono. E sono oltre un centinaio. Qualcuno è andato al campo della Croce Rossa a Roverino, ma gli altri si sono dispersi tra la foce del Roya e la città.
La sera pian piano tornano a dormire lungo il fiume tra i cespugli protetti dalla vegetazione. «Le migrazioni non si possono fermare – dice un funzionario dello Stato –: legga la Bibbia, parla di popoli che si spostano. Veda gli animali, gli uccelli. È un continuo migrare. E così è anche per l’uomo, sempre in cerca di vita migliore, più vivibile. È un diritto che nessuno può impedire».
«Le migrazioni c’erano prima di Cristo e continueranno ad esserci anche dopo Salvini», assicura don Rito, parroco del quartiere delle Gianchette e simbolo dell’accoglienza e della carità senza misura. Intanto scorriamo gli ultimi dati Istat: raccontano che sono 23 mila gli stranieri che vivono stabilmente nel Ponente, in provincia di Imperia 15 mila sono gli stranieri in attesa di regolarizzarsi. Tra questi, meno di mille i richiedenti asilo, gli altri sono in attesa del permesso di soggiorno. Rappresentano il 7,14% della popolazione dell’Imperiese.
Secondo le forze di Polizia, i denunciati nel primo trimestre del 2018 sono 212; gli arrestati 63, soprattutto per furti e reati contro la persona, 124 sono stati espulsi e 12 accompagnati ai centri per irregolari o rimpatriati. Dati confortanti e parecchio in calo rispetto al 2017.
La città di frontiera si prepara alla stagione estiva. «Arriveranno i turisti, transiteranno verso il nostro paese o verso la Francia. A chi sosta, Ventimiglia può lasciare una istantanea di città ordinata, gli immigrati non hanno mai creato grossi problemi di ordine pubblico. L’abbiamo creato noi residenti quando con battaglie volgari e sciocche ci siamo scagliati contro coloro che cercavano un attimo tregua nel loro migrare verso i paesi del nord – afferma il gestore di un distributore di benzina sull’Aurelia –. Io ho sempre cercato di aiutare, per quello che posso, chi mi domanda aiuto. È davvero triste l’immagine che voi media ci avete cucito addosso. Qui sul confine c’è un’altra percentuale di persone che arrivano dal nostro meridione. Li abbiamo accolti tutti, sempre e ora perché non possiamo fare lo stesso con chi arriva da poco più in giù. Me lo spiega lei?».