L’ex vice-presidente in manette

L’accusa è di arricchimento illecito. Una vera pioggia di arresti e di processi sta mettendo alle corde vari membri del precedente governo. La stessa Cristina Kirchner è sotto accusa per vari motivi
Amado Boudou

Venerdì mattina l’Argentina si è svegliata con le immagini dell’arresto dell’ex vice presidente, Amado Boudou, accusato di arricchimento illecito e di aver orchestrato un’associazione a delinquere destinata a riciclare denaro pubblico ottenuto illegalmente. Il giudice della causa ha considerato che Boudou non ha potuto giustificare contabilmente l’entità del suo patrimonio rispetto agli introiti di questi anni, così come le tattiche dilatorie per far sparire le prove della sua attività illegale.

L’arresto dell’ex vice presidente fa seguito alla caduta in disgrazia di vari membri del governo di Cristina Kirchner. Una settimana prima, è finito agli arresti l’ex potentissimo ministro della Pianificazione federale, Julio de Vido, che durante 12 anni aveva gestito centinaia di miliardi di fondi pubblici e ora viene processato per i prezzi gonfiati di appalti assegnati in modo diretto. In precedenza, erano stati condannati due ex sottosegretari ai Trasporti, mentre è finito in carcere un terzo sottosegretario di De Vido, José López, scoperto di notte – in preda al panico – mentre cercava di nascondere borse di plastica contenenti milioni di dollari.

Sono poi finiti in manette Roberto Baratta, un funzionario ministeriale braccio destro di De Vido, e il contabile della ex presidente.

In carcere da mesi, anche Lázaro Báez, un modesto impiegato trasformato in milionario, accusato di affari poco chiari con i Kirchner e di aver riciclato milioni di dollari insieme a vari altri collaboratori oggi tutti arrestati ed in attesa di giudizio (i video apparsi nei media, li mostrano mentre contano mucchi di biglietti). La stessa Cristina Kirchner è anche lei sotto processo in varie cause aperte dalla giustizia nei suoi confronti.

L’epilogo della situazione processuale di Boudou era atteso da tempo. Le irregolarità sul suo patrimonio sono state sottoposte a perizia da parte di un nucleo di esperti che ne ha rilevato l’inspiegabile lievitazione. Ma non si tratta della causa più importante nei suoi confronti. I giudici del processo ricostruiscono l’acquisizione sospetta da parte di imprenditori vicini a Boudou della tipografia incaricata di stampare la carta-moneta argentina, dato che non esiste una zecca statale. Boudou è sotto processo, accusato di aver ottenuto prima l‘acquisto e poi il controllo, attraverso presta nomi, dell’unica tipografia in grado di stampare biglietti di banca in Argentina.

La reazione della Kirchner è stata quella di denunciare la fine dello Stato di diritto nel Paese e una campagna di persecuzione politica. Ma le crepe all’interno del suo campo, accentuate dalla recente sconfitta elettorale, si stanno moltiplicando e si ampliano. Alcuni “messaggi” trasversali emessi dal suo ex ministro, De Vido, rilevano piuttosto lo sgretolamento interno di un settore politico che non dispone più del potere che ha assicurato l’impunità in questi anni. Tutte le denunce che hanno portato in carcere i membri del precedente governo, non sono nuove, ma da tempo appaiono documenti che hanno lanciato accuse gravissime.

Il fatto che solo ora la giustizia abbia il coraggio di avanzare (e anche in modo spettacolare, con l’immancabile pubblicazione del video dell’arresto, nell’appartamento di Boudou, mentre in jogging e scalzo ascolta la lettura dei capi di imputazione), la dice lunga sulla mancanza di indipendenza di un potere giudiziario praticamente sottomesso al potere esecutivo, sia delle amministrazioni locali che centrale.

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