LEuropa unisca, non divida
La crisi dell’euro sta mettendo a rischio la coesione dei popoli europei. Per questo è necessario che i capi di Stato e di governo si incontrino e si confrontino su questa tendenza alla divisione che si sta registrando nell’Unione europea. A lanciare l’allarme e la proposta è il presidente del consiglio Mario Monti al termine della sua visita a Sarajevo. Ed è proprio la storia di questa città, così dolorosa e complessa, a dare sostanza alle parole del premier italiano. «La storia di Sarajevo – ha infatti detto Monti – dimostra che mai la convivenza pacifica, armoniosa e costruttiva è acquisita per sempre, ma richiede una manutenzione psicologica e politica continua. E in questo momento in Europa questa manutenzione è necessaria».
L’Unione europea dunque è chiamata oggi a trovare in sé stessa ciò che unisce e non ciò che divide. Siamo nello scenario dell’Incontro internazionale di preghiera per la pace che ha riunito qui a Sarajevo nello spirito di Assisi leader di tutte le fedi religiose. Cattolici, ortodossi, ebrei e musulmani, per la prima volta insieme attorno alla Comunità di Sant’Egidio. Con la loro presenza e unità di intenti stanno lanciando all’Europa politica un messaggio importante: è possibile andare oltre le separazioni e guardare insieme ai destini dei popoli, al bene comune.
«L’euro si salva – commenta a margine del convegno mons. Vincenzo Paglia, anima della Comunità di Sant’Egidio e presidente del Pontificio consiglio per la famiglia – se c’è un sogno in più: il sogno dell’Europa ha aiutato la nascita dell’euro, ma senza questo sogno è difficile continuare ad avere una visione che sostenga l’impegno di tutti». «Non c’è dubbio – aggiunge – che ci sia bisogno di sottolineare particolarmente a Sarajevo il bisogno che l’Europa sia ancora più unita, perché i drammi del passato hanno messo in evidenza la debolezza dell’Europa. Penso alla Prima guerra mondiale che scoppiò qui, o al dramma di Sarajevo alla fine del secolo scorso. Oggi, di fronte alle tante scosse che l’Europa sta subendo, pensiamo al problema dell’euro, c’è bisogno di ritrovare una grande visione, quella di tutti i popoli dell’Europa che come un’unica famiglia plurale possa testimoniare la vocazione di un mondo più giusto, più pacifico».
Le cose che stanno avvenendo in questi giorni a Sarajevo nell’ambito dell’Incontro mondiale delle religioni per la pace, come la storica visita del Patriarca ortodosso serbo Irenej, «sono – a parere di mons. Paglia – segnali che indicano che è possibile vivere insieme nella diversità, ma nella pace e non nel conflitto». Ed ha concluso: «Se la storia è maestra di vita, non dobbiamo allora dimenticare che la Prima guerra mondiale era intraeuropea e divenne mondiale: la mondializzazione è nelle fibre dell’Europa, a meno che l’Europa non voglia uscire dalla storia e ripiegarsi su sé stessa, ma sarebbe molto triste per tutti».
È possibile seguire l'evento e visionare gli interventi della manifestazione sul sito della Comunità di Sant'Egidio