L’Europa contrasta la deforestazione

Una nuova normativa mira a combattere la deforestazione globale e il degrado forestale causato dalla produzione e dal consumo dell’Unione europea
deforestazione

Il caldo afoso torna a farsi sentire, ma, secondo i dati di Copernicus, il sistema satellitare del programma spaziale dell’Unione europea (Ue), è il mese di luglio quella destinato a diventare il mese più caldo e, in generale, il mese più caldo mai registrato al mondo. Infatti, le prime tre settimane di luglio sono state le più calde mai registrate nella storia, dopo che il mese di giugno era stato il più caldo di sempre. Oltre a tutta la serie di eventi meteorologici estremi correlati, come le ondate di calore in America settentrionale, in Asia e in Europa, e gli incendi in vari paesi tra cui Grecia, Italia, Spagna e Canada, le temperature elevate hanno avuto conseguenze disastrose sulla vita delle persone e sull’ambiente e sull’economia locali.

Eppure, secondo i dati di Eurostat, le emissioni di gas a effetto serra nell’Ue sono diminuite del 2,9% nel primo trimestre del 2023, ammontando a 941 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti (CO2-eq), rispetto allo stesso trimestre del 2022 (969 milioni di tonnellate di CO2-eq). Tale diminuzione si è verificata contemporaneamente a un aumento dell’1,2 % del prodotto interno lordo (PIL) dell’Ue nel primo trimestre del 2023, rispetto allo stesso trimestre del 2022.

Nel primo trimestre del 2023 i settori economici responsabili della maggior parte delle emissioni di gas a effetto serra erano le famiglie (24 %), la produzione (20 %), l’elettricità e la fornitura di gas (19 %), l’agricoltura (13 %), seguita dal settore del trasporto e stoccaggio (10 %). I dati mostrano che, rispetto al primo trimestre del 2022, le emissioni sono diminuite in 5 settori economici su 9. Il calo maggiore è stato registrato in quello di elettricità e fornitura di gas (-12,3 %). Il principale settore in cui le emissioni sono aumentate è stato quello del trasporto e stoccaggio (+ 7,2 %).

La deforestazione e il degrado forestale sono fattori importanti del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità. Il deterioramento delle foreste globali sta raggiungendo un punto critico con effetti devastanti sulla salute, sulla vita e sui mezzi di sussistenza per milioni di persone in tutto il mondo. Secondo le stime dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), 420 milioni di ettari di foresta, un’area più grande dell’Ue, sono stati persi a causa della deforestazione tra il 1990 e il 2020.

L’Ue, con il nuovo regolamento europeo sulle catene di approvvigionamento a deforestazione zero, dispone un ulteriore tassello nella lotta contro i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità, affinché un insieme di beni chiave esportati o immessi sul mercato dell’Ue non sia stato prodotto attraverso una forma di deforestazione e quindi non contribuirà più alla deforestazione e al degrado forestale nell’Ue e nel resto del mondo.

Nello specifico, le imprese dovranno confermare che il prodotto è stato realizzato su terreni che non sono stati oggetto di deforestazione o degrado forestale, comprese le foreste primarie, dopo il 31 dicembre 2020. Sebbene nessun paese o nessuna materia prima saranno vietati, tutte le imprese interessate dovranno esercitare un rigoroso controllo sull’esportazione o l’importazione nel mercato dell’Ue di prodotti come olio di palma, bovini, soia, caffè, cacao, legname e gomma, nonché prodotti derivati come carni bovine, mobili o cioccolato.

Inoltre, le aziende dovranno inoltre verificare che questi prodotti siano conformi alla legislazione pertinente del paese di produzione, anche in materia di diritti umani, e che i diritti delle popolazioni indigene locali siano stati rispettati.

Secondo le stime del Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici, il 23% delle emissioni totali di gas a effetto serra, tra il 2007 e il 2016, proviene dall’agricoltura, dalla silvicoltura e da altri usi del suolo. Circa l’11% delle emissioni complessive proviene dalla silvicoltura e da altri usi del suolo, per lo più deforestazione, mentre il restante 12% è costituito da emissioni dirette dalla produzione agricola come bestiame e fertilizzanti. Il gruppo ritiene che fermare la deforestazione e ripristinare gli ecosistemi è il modo più efficiente per ridurre i livelli di CO2, dopo l’utilizzo massivo di energia eolica e solare.

Secondo Virginijus Sinkevičius, commissario europeo per l’Ambiente, gli oceani e la pesca, «con la legge storica sulla deforestazione, l’Ue si assume la sua parte di responsabilità per la deforestazione globale e il degrado forestale». Inoltre, «questa legge risponde all’obiettivo condiviso a livello internazionale di porre fine alla deforestazione e andrà a beneficio delle persone in tutto il mondo». Infatti, «le foreste servono bisogni vitali e forniscono lavoro e posti di lavoro a milioni di persone e questa legge non solo aiuterà a proteggere le foreste del mondo, ma aumenterà anche la domanda di prodotti a deforestazione zero». Con il nuovo regolamento, «qualsiasi paese sarà in grado di continuare a vendere i propri prodotti nell’Ue, a condizione che possa dimostrare di essere liberi dalla deforestazione».

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