Lettere dalla Nigeria/2

Dopo la vittoria elettorale di Muhammadu Buhari, non sono mancati disordini nel corso delle successive votazioni per l'elezione dei governatori locali. Hanno fatto scalpore, nel Paese, i gesti distensivi del presidente uscente, Goodluck Jonathan. La popolazione chiede al governo di impegnarsi contro la corruzione
Supporter del presidente Muhammadu Buhari in Nigeria

Dopo le elezioni che hanno portato alla vittoria di Muhammadu Buhari, che ha superato largamente i voti ottenuti dal presidente uscente, Goodluck Jonathan, in Nigeria c'è molta speranza nel futuro. Non sempre la speranza corrisponde alla pace, anche perché non sono mancati scontri, nelle recenti votazioni per l'elezione della maggior parte dei governatori dei vari Stati. Fortunatamente le tensioni sembrano essersi placate e si attende il 29 maggio, data in cui Buhari entrerà ufficialmente in carica.

Ha fatto clamore, nel Paese, la reazione di Jonathan dopo la sua sconfitta: non solo l'ha accettata senza polemiche, ma si è congratulato con Mohammed Buhari. Anche sua moglie Pacience ha scritto alla moglie di Buhari, congratulandosi.

Per capire l’importanza di questi gesti, bisogna conoscere un po’ la storia del Paese: è la prima volta che, da queste parti, un capo di Stato accetta il risultato delle elezioni e lascia il suo posto senza nessuna reazione violenta. Nei 55 anni di indipendenza dal colonialismo, in Nigeria ci sono state varie elezioni, seguite, in alcuni casi, da colpi di stato.

 

Non è mancato, tuttavia, chi ha visto nel gesto distensivo di di Jonathan un segno di debolezza, ma complessivamente la popolazione è orgogliosa di aver evitato disordini e scontri che avrebbero potuto portare anche ad una guerra civile.

Per tanti cattolici come me, queste sono le risposte alla nostra preghiera, fatta in vari posti anche dai musulmani, che queste elezioni fossero pacifiche. La speranza, adesso, è che il nuovo governo affronti un gravissimo problema che attanaglia il Paese: la corruzione. Sui giornali si legge, a questo proposito: “Vogliamo che Buhari continui dove Jonathan ha terminato”.

«Tutte le difficoltà ci fanno diventare più forti – mi dice un giovane imprenditore -. Siamo abituati a combattere, e continueremo ad andare avanti!».

 

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