Letteratura, premiata la canadese Alice Munro
Nella letteratura come nello sport (e come nella vita quotidiana): ci sono quelli dei 100 metri e i maratoneti. Scrivere racconti è avere la falcata da 100 metri. È sempre stato un po’ snobbato il racconto, da critica e da editori (e diciamolo, anche da tanti lettori), considerato il fratello minore del romanzo, specie di quello corposo, che richiede il passo del maratoneta. Eppure questo genere ha avuto i suoi campioni, Cechov, Carver, Hemingway, e anche altri maratoneti come Dickens, Tolstoj, Tolkien e Flaubert, per dirne alcuni, hanno scritto racconti pregevoli.
Ora una scrittrice di racconti è stata insignita del massimo riconoscimento letterario, il Nobel. È la ottantaduenne scrittrice canadese, Alice Munro. Sebbene già pluripremiata, per tanti è una sconosciuta, per altri come Jonathan Franzen è «la più grande scrittrice vivente del Nord America». È la prima canadese ad avere questo riconoscimento, se non si considera Saul Bellow che era canadese, ma che si è americanizzato. I racconti della Munro, spesso ambienti nell’Ontario in cui vive, sono soprattutto brevi squarci di vita domestica: storie di donne che scelgono uomini sbagliati, di famiglie problematiche. Racconta il mondo che vede. E la sua bravura ora è stata riconosciuta.