L’essenza della santità
Gesù ha dato tutto sé stesso a tutti: si è fatto uomo, è diventato pane per esser mangiato, vino per esser bevuto; s’è considerato acqua viva per dissetare le anime. Ha concluso il dramma col perdono ai nemici e con l’offerta al Padre, dal patibolo, trasformato in altare, dove ha donato per gli uomini il suo sangue. Vuole i suoi simili a sé: offerti, donati; e cioè tali che vivano non per sé, ma per i fratelli, secondo il volere del Padre comune. La grandezza, la gloria dell’uomo sta nel rinunziare a sé seppellendosi come il chicco di frumento nella terra, dove, se muore, «porta molto frutto». Egli ci dà tutto: ma vuole tutto, appunto perché, come Dio si fa uomo, così l’uomo si faccia Dio.
Non basta al cristiano emettere i voti battesimali: li deve vivere. Gesù non chiede poco, chiede tutto. Chiede ai suoi di diventare come lui: morire con lui per rinascere con lui. Quindi non li umilia: li deifica. Eroismo chiede, il più grande, quello nascosto, di chi si dona, si sacrifica, si inabissa e non prende premi in terra. Si potrebbe pensare che con tale richiesta, Cristo susciti un’aristocrazia della santità. Vero. Solo che essa è al livello dell’umiltà, e ammette tutti, convalida tutti, intanto che serve tutti. Gesù domanda a tutti di esser santi, non ai soli religiosi, non ai soli fondatori e riformatori, ma anche agli operai, ai professori, agli scienziati, ai contadini, agli statisti, agli artisti…
E in che consiste l’essenza di questa santità? In una cosa semplicissima, consiste nella vita di Dio in noi e nella vita di noi in Dio. In termini pratici, nell’amore verso Dio e verso l’uomo, mediante l’apertura del cuore e del cervello. La vita vera è un progresso, attuato con energie umane e divine, risorse dell’intelligenza e della grazia, ascensione all’Eterno per le scale del tempo. Tutto quanto, gioie e dolori, forze e cultura, malattie e abbandoni, è usato come materiale da convertire in santità. Crescere, lavorare, studiare, divertirsi, viaggiare, abbracciare una carriera…tutti modi e mezzi, se usati cristianamente, per fabbricare santità, che è la materia prima per costruire il regno di Dio.
Da: La rivoluzione cristiana, Città Nuova Ed.