L’esploratore

Lo spaventapasseri stava di guardia al centro del grande campo di granturco, dall’alto della pertica di legno che lo inchiodava al terreno. Un giovane leprotto era accoccolato ai suoi piedi e gli faceva compagnia, sentendosi protetto dalle alte spighe e dallo steccato di legno. Lo spaventapasseri, invece, non smetteva mai di fissare il fiume oltre il campo, con occhi sognanti.  

Un giorno, finalmente, si decise. Con un tremito si staccò dalla pertica, e con passo malfermo scavalcò lo steccato, mentre il leprotto cercava inutilmente di fermarlo. Si trovò davanti una distesa di girasoli splendenti che si volsero verso di lui salutandolo con voce argentina. Il leprotto gli saltellava intorno ma lo spaventapasseri proseguì, un passo dopo l’altro, finché non raggiunse un verde pascolo dove lo accolsero muggendo dei vitellini.

«Torniamo indietro adesso, sta iniziando a piovere», lo supplicava il leprotto. Niente da fare. Con passo sempre più sicuro lo spaventapasseri proseguì fino al fiume, placido e luccicante. Prese la rincorsa e si tuffò, mentre il leprotto lo guardava, preoccupato. Nuvoloni neri, intanto, incombevano sul campo di granturco e all’improvviso un fulmine cadde con uno schianto, appiccando il fuoco. Le spighe singhiozzavano, terrorizzate. «Presto, seguitemi», esclamò lo spaventapasseri che era rapidamente accorso. Le spighe si staccarono dal terreno e così anche i girasoli, con i vitellini che li seguivano a ruota, incalzati dall’incendio.

Finalmente arrivarono al fiume e s’immersero mentre il fuoco esauriva la sua avanzata. Lo spaventapasseri, però, non c’era. Il leprotto piangeva, infatti, davanti un feticcio ancora fumante. Mentre singhiozzava, notò uno strano luccichio: una bussola a forma di cuore. Si asciugò le lacrime e mise da parte la paura. Con la bussola guidò il gruppo oltre il fiume, verso un futuro incerto ma avventuroso, volgendo un ultimo pensiero al pioniere curioso che aveva mostrato loro la via.

 

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