Lesbo, Francesco: “Fermiamo questo naufragio di civiltà”
«Non si voltino le spalle alla realtà, finisca il continuo rimbalzo di responsabilità, non si deleghi sempre ad altri la questione migratoria, come se a nessuno importasse e fosse solo un inutile peso che qualcuno è costretto a sobbarcarsi!». Papa Francesco è tornato a Lesbo, l’isola dell’Egeo in cui rimangono bloccati i migranti in rotta verso l’Europa. Francesco viene accolto nel Reception and Identification Centre dai canti di alcuni degli ospiti del Campo e dal saluto della presidente che parla di come la Grecia abbia sopportato «il peso spropositato dalla crisi dell’immigrazione e dei rifugiati, che sta colpendo l’intero Mediterraneo, il mare che ci unisce», e di come affrontarla sia «una responsabilità condivisa dell’Europa».
Il Papa continua a guardare i migranti e i loro occhi che chiedono di non di essere dimenticati, ma che invece vengono ignorati da una umanità che si gira dall’altra parte: «In questa domenica, prego Dio di ridestarci dalla dimenticanza per chi soffre, di scuoterci dall’individualismo che esclude, di svegliare i cuori sordi ai bisogni del prossimo. E prego anche l’uomo, ogni uomo: superiamo la paralisi della paura, l’indifferenza che uccide, il cinico disinteresse che con guanti di velluto condanna a morte chi sta ai margini! Contrastiamo alla radice il pensiero dominante, quello che ruota attorno al proprio io, ai propri egoismi personali, ai propri egoismi nazionali, che diventano misura e criterio di ogni cosa».
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