Les Sauteurs: la voce dei migranti
Un vero documentario girato senza filtri, senza grammatica di regia, senza inquadrature. Non c’è bellezza estetica, né musica accattivante, eppure rivela la vita, riverbera il vissuto, restituisce il dramma di uno dei più grandi esodi dell’umanità, fornendo uno sguardo inedito e sconosciuto sulla inaccessibile comunità di migranti intrappolata sul monte Gurugù nell’enclave spagnola di Melilla, geograficamente in Africa, politicamente in Europa. Migliaia di uomini sub-sahariani vivono accampati per mesi in montagna per tentare il grande sogno di arrivare in Occidente. Stiamo parlando di Les Sauteurs, un documentario di Moritz Siebert, Estephan Wagner, Abou Bakar Sidibé. Presentato in anteprima mondiale al Festival di Berlino 2016 dove ha ottenuto l’Ecumenical Jury Award e dopo essere stato selezionato in oltre 50 festival di tutto il mondo vincendo 15 premi tra cui l’Amnesty International Award, arriva nelle sale italiane. Un documentario che fa conoscere la voce dei migranti e insegna che «se non hai mai sofferto, non sai nulla della vita». Aurelio Molè.