Les Étoiles al Ravenna Festival
«Un magnifico mosaico in movimento, di grande danza», così il suo direttore artistico Daniele Cipriani definisce il gala cult Les Étoiles. Dopo il grande successo a Roma, al Parco della Musica (a gennaio, con 5.000 spettatori), e in altre città italiane (La Fenice di Venezia e il Teatro Lirico di Cagliari), lo spettacolo farà tappa proprio nella città per eccellenza dei mosaici, il 16 luglio al Palazzo Mauro de André, nell’ambito del Ravenna Festival.
Il gala internazionale con un cast stellare permette, infatti, di vedere concentrati in un unico spettacolo i brani più noti del repertorio di tradizione, ad esempio passi a due tratti da Il lago dei cigni, Don Chisciotte, Il Corsaro, Diana e Atteone, insieme a brani dei grandi coreografi del Novecento come Balanchine (Diamonds, Tschaikovsky pas de deux) o altri di raffinata modernità firmati dai coreografi sulla cresta dell’onda oggi, come Wheeldon o Millepied.
A interpretare questi brani ci sono alcune étoile provenienti dai maggiori teatri del mondo. I nomi? Liudmila Konovalova (Balletto dell’Opera di Vienna), Dorothée Gilbert e Hugo Marchand (Opéra de Paris), Jacopo Tissi e Alena Kovaleva (Teatro Bolshoi di Mosca), Bakhtiyar Adamzhan (Opera di Astana, Kazakhistan), Tatiana Melnik (Opera di Stato Ungherese), Constantine Allen, Anna Tsygankova e Young Gyu Choi (Balletto Nazionale Olandese), Sergio Bernal (Balletto Nazionale Spagnolo). I loro nomi stessi rivelano la variegata provenienza: Corea, Francia, Italia, Kazakhstan, Russia, Spagna, Stati Uniti; ogni étoile, infatti, porta al programma-mosaico di Ravenna un’impronta diversa, una sfumatura particolare, grazie al temperamento nazionale, alle caratteristiche che contraddistinguono la scuola alla quale si è formata, o la compagnia di appartenenza e, cosa ancor più pregnante, alla propria irripetibile e straordinaria individualità.
La carta vincente di Les Étoiles, oltre all’internazionalità (dei suoi interpreti, delle compagnie da cui provengono, delle musiche e dei coreografi) è quella di «trasmettere un messaggio importante in questo momento di profonde divisioni: l’armonia – sottolinea Cipriani –. L’armonia di cui la grande danza si fa portatrice è una qualità che nasce nel movimento e nel gesto delle grandi étoile grazie al rigore dello studio e dell’addestramento quotidiani, ma anche all’amore che loro provano nei confronti della loro arte e alla generosità con cui trasmettono la sua bellezza al pubblico”.