Leros: isola modello

La situazione è estremamente difficile nei campi profughi delle isole del nord Egeo. Ma c’è un’eccezione consolante. L’esempio del giovane palestinese Sabri

La situazione nella isola di Leros e completamente diversa di quella a Lesvos e Chios. Leros è in effetti un modello di convivenza pacifica tra locali e profughi. Leros ha 8.500 abitanti e 1.300 profughi (siriani, africani, iracheni). Nonostante ciò non appare mai nelle prime pagine dei giornali. La convivenza a Leros si svolge in un modo esemplare. A Leros casi come la nonna di Lesbo e il panettiere di Kos sono la regola e non l’eccezione. Non c’è criminalità associata con i profughi. C’è perfino scambio tra profughi e locali anche alle compere quotidiane, anche perché la distribuzione dei profughi nell’isola è equilibrata. Inoltre, in un tentativo di offrire ai profughi un qualche senso di normalità, si fanno lezioni di musica, informatica e lingua per loro. A Leros tutti i giovani profughi vengono invitati agli eventi sociali organizzati dal sindaco il quale in più organizza eventi comuni nei quali i giovani profughi e quelli locali hanno occasione di giocare, imparare e divertirsi insieme.

Sabri Madi un 13enne dalla Palestina, usa i social media come tutti i teenager, ma in modo molto più costruttivo. Sabri ha in effetti creato la pagina Learn Greek, impara il greco, e la usa per trasmettere le sue conoscenze quotidiane di greco acquisite ai suoi follower. Sabri è arrivato a Leros con una barca dalla Turchia con sua mamma e sua sorella. Il padre rimane disperso a Gaza dal 2011. Poco dopo il suo arrivo Sabri ha frequentato delle lezioni di greco e ha imparato la lingua molto presto. Però, sapendo che il greco non è una lingua facile per la maggioranza, ha deciso di aiutare i profughi che arrivano in Grecia tramite la sua pagina. Sabri sta imparando anche inglese, matematica e informatica, ma dichiara che la sua lezione preferita è il greco e vuole che anche altri l’abbiano. La sua pagina ha follower per lo più arabi che chiedono asilo in Grecia e che non hanno accesso a strutture che offrano lezioni di lingua. I like e i commenti che Sabri riceve evidenziano che i suoi tentativi e la sua iniziativa sono ben apprezzati.

Quando Sabri termina le sue lezioni e dopo aver informato il suo pubblico su Facebook, esplora l’isola che ormai conosce benissimo e adora. Di recente, con sua mamma e sua sorella sono stati trasferiti in un appartamento ad Atene – azione finanziata dal programma europeo Estia –, ma non dimentica mai Leros dove ha fatto esperienza di una calda accoglienza a tutti i livelli, così come di solidarietà pratica e non teorica. Ci si chiede se altre isole possano imitare l’esempio di Leros. Si vede che c’è sempre modo di far qualcosa di buono quando c’è la volontà di farlo.

 

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