L’eredità di padre Riccardo Lombardi

Religioso dell'ordine dei Gesuiti, era un predicatore molto noto, tanto da essere stato definito "microfono di Dio". Fu il fondatore del Movimento per un Mondo migliore. A Roma un convegno per riscoprire la sua figura e la sua storia.

C’è un’espressione di Bernardo di Chartres che letteralmente suona così: “Siamo come nani sulle spalle dei giganti”, che per lui erano i grandi autori dell’età classica. Per noi può voler dire che nel secolo che da cui proveniamo – il Novecento – abbiamo avuto la buona avventura di poter condividere parte della nostra storia con dei grandi che ci hanno aperto orizzonti sconfinati di esperienza e pensiero. E lo hanno fatto pagando di persona, in molti modi tra cui (paradossalmente) la dimenticanza e l’emarginazione da parte delle generazioni successive, in particolare quella presente. Uno di questi giganti è senza dubbio padre Riccardo Lombardi (già, chi era costui?). Per circa tre decenni (anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta) la sua vicenda biografica si colloca nel cuore del Novecento, di cui è un protagonista indiscusso, religioso noto e predicatore ascoltato da milioni di persone in Italia, Europa e oltre.

L’azione di padre Lombardi si impone negli anni in cui il nostro Paese è sconvolto dalle macerie morali e materiali della Seconda guerra mondiale. Papa Pio XII e la Chiesa si trovano a dover fronteggiare questa immane miseria con l’obiettivo di ricostruire e rigenerare il tessuto sociale, civile, economico e spirituale dell’Europa e del mondo. Padre Lombardi diventa (secondo la felice definizione di Giancarlo Zizola) il “microfono di Dio”, e (come dice Andrea Riccardi) il “microfono del Papa”.

Si butta corpo e anima nella mischia, predica ovunque, scomoda politici, ecclesiastici, confratelli del suo stesso Ordine, i Gesuiti. Per raggiungere l’obiettivo che è suo in quanto lo è di Pio XII, inventa una nuova Opera nella Chiesa: il Movimento per un Mondo Migliore. Sono tempi in cui lo scontro tra Chiesa cattolica e comunismo ateo è frontale e senza esclusione di colpi. Padre Lombardi ne fa le spese, guadagnandosi la nomea di uomo di “destra”, alleato dei potenti; Riccardi non esita a parlare di “leggenda nera”.

In questi anni, questo grande “carismatico” e uomo di frontiera com’è, sempre attento e sensibile ai “segni” dello Spirito, incontra la nascente e “inedita” esperienza di Chiara Lubich e dei Focolari. Tra lui e Chiara si stabilisce una profonda e forte amicizia; addirittura da parte dell’autorità ecclesiastica si arriva a pensare ad una fusione tra le due Opere… Non si arriverà a questo, ma il rapporto “d’anima” tra Lombardi e i Focolari rimane.

Alla morte di papa Pacelli, i tempi cambiano e l’atteggiamento della Chiesa nei confronti del mondo contemporaneo assume toni diversi: si apre la stagione del Concilio Vaticano II. Per certi versi, padre Lombardi lo “prepara” con le sue intuizioni, il suo senso di Chiesa-comunità, la sua proposta di vita coerentemente evangelica; e vorrebbe accompagnarlo, secondo il suo stile intraprendente e operoso. Ma questo “leone” generoso, coraggioso, persino irruente viene percepito come “una presenza scomoda” e di fatto cade nell’ombra.

Sembra che la Chiesa non abbia più bisogno di lui… Appunto, “sembra” perché qui inizia un periodo doloroso e straordinario in cui Lombardi offre alla cristianità che ha intensamente amato il dono forse più bello, velato di mistero, di sé stesso, spoglio persino della parola e dell’azione che sono state per anni la cifra della sua esistenza.

Questa storia eccezionale, esaltante e drammatica è stata recentemente riproposta alla nostra memoria e attenzione in un convegno, breve ma intenso, appassionante e ricco di suggestioni per l’oggi, che si è tenuto a Roma, nella sede della Comunità di Sant’Egidio, per l’intera giornata di lunedì 9 settembre scorso. Promotori dell’evento il Movimento per un Mondo Migliore, la geniale “creatura” di padre Lombardi, il Movimento dei Focolari e la Comunità di Sant’Egidio. Le relazioni che hanno riscosso l’interesse dei presenti (unanime il sentimento di non essere venuti a “perdere tempo”) hanno delineato il dato storico illustrato da Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio e storico dell’Età moderna e contemporanea, Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, e Gianni La Bella, docente di Storia contemporanea all’Università di Modena e Reggio Emilia, e scandagliato il pensiero di padre Lombardi sulla Chiesa, così come emerge dalla lettura attenta dei testi editi con un intervento affidato alla teologa Serena Noceti, la quale ha tratteggiato un itinerario inedito del pensiero di Lombardi, evidenziandone “luci ed ombre” e sorprendendo per la precisione e la novità di ricerca.

Il quadro si poi completato con gli interventi di padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione Ratzinger, e di padre Luc Lysy, del Gruppo belga del Movimento per un Mondo Migliore, che si sono soffermati sull’appassionata “riforma” degli Esercizi spirituali ignaziani in senso perentoriamente comunitario che padre Lombardi ha tenacemente propugnato; per Lombardi era in gioco la riforma stessa della vita religiosa. Padre Ignacio Gonzales Llopis, direttore generale del Movimento fondato da padre Lombardi, ha introdotto e concluso i lavori.

La storia non si fa né con i “se” né con i “ma”, i fatti sono quelli che sono ed è bene conoscerli per riflettere su ciò che siamo e vogliamo essere. Per questo fa bene a tutti noi riscoprire padre Riccardo Lombardi, un geniale protagonista della svolta epocale che, nonostante tutto, il “Secolo breve” ha saputo produrre.

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