Leonardo ancora e sempre
Mentre si aprono i festeggiamenti per Raffaello, Leonardo continua la sua vita da superstar con rassegne un po’ ovunque.
A Milano al Museo Poldi Pezzoli torna dopo 30 anni la Madonna Litta da San Pietroburgo. Una mostra piccola ma assolutamente interessante. La tavola risale al 1490 circa, nel pieno del soggiorno milanese del Genio ed anche se non tutta la critica è concorde sul fatto che sia autografa. Certo la composizione, il disegno, lo stile rimandano al maestro fiorentino.
L’iconografia è quella assai usuale della Madonna del latte, in uso specie in Toscana, già dal Trecento. Maria veste di rosso e azzurro, mostra il piccolo Gesù che succhia avidamente iL seno, guardandoci.
Dietro, si apre un paesaggio da due finestre, uno di quei cieli lombardi solcati da piccole nuvole, sullo sfondo di montagne nebbiose. Il volto di Maria sembra di porcellana ed è così attraente che altri artisti l’hanno ripreso, come il Bergognone e Marco d’Oggiono. Soprattutto il Boltraffio che, per alcuni, è il vero autore della tavola la cui chiarezza e mancanza di sfumato porterebbero ad assegnarla davvero a lui.
Ma importa fino ad un certo punto. Di Leonardo o del suo ambiente l’opera rispecchia la dolcezza, il sentimento affettuoso tipico del Genio.
Esso pervade la tavola e si diffonderà ancora di più ai primi del Cinquecento nei lavori di Francesco Melzi, suo allievo, e di altri autori come Martino Piazza (1515,Budapest) nella sua Madonna con Gesù e san Giovannino e in particolare negli affreschi e nelle tavole di Bernardino Luini e bottega che interpreteranno Leonardo in termini di monumentale e sciolta dolcezza. Fra il resto, a Milano c’erano ben visibili e freschi di pittura il Cenacolo e la Vergine delle rocce, oltre ad alcuni ritratti.
La tavola della Madonna Litta (chiamata così dai collezionisti che la possedevano prima di passare all’Ermitage) suscita ancora oggi una immediata simpatia. Non ha l’alone di mistero di altre opere leonardesche, ma esprime una comunicazione di sentimenti tenera e vera, talmente immediata che riempie l’animo di chi si ferma ad osservarla di un qualcosa che assomiglia alla pace più profonda, quella dell’amore.
Perché, al di là di tante parole dette e scritte su Leonardo, se si potesse concentrare la sua arte in una sola frase, essa potrebbe essere questa: per lui tutto ciò che esiste è amore.
Per questo motivo occorre indagarlo e scoprirlo, come nella tenerezza del rapporto madre-figlio. Impareranno in molti, Raffaello per primo.
Leonardo e la Madonna Litta. Milano, Museo Poldi Pezzoli. Fino al 10 febbraio 2020
Mostra curata da Pietro C. Marani e Andrea Di Lorenzo. Catalogo Skira.