L’Endless summer di Oceana

Comincia oggi, con il tormentone dei passati Europei di calcio, un piccolo viaggio nella musica leggera dell'estate 2012
oceana

È stato il tormentone dei recenti europei di calcio: il classico mix di elettronica danzereccia scritto a misura di un evento che si voleva il più gioioso e cosmopolita possibile; con la Macarena (la madre di tutti gli inni dello sport-business) e la più recente, shakiriana, Waka Waka dei mondiali sudafricani come inevitabili modelli di riferimento.
 
Ha funzionato discretamente in Polonia e Ucraina, e continua a funzionare oggi, in questa “endless summer” certo assai meno spumeggiante e spensierata di quella che fa da sfondo all’esilissimo testo.
 
Come spesso accade in questi casi, anche la cespugliosa Oceana Mahlmann era fino a qualche mese fa una delle tante Carneadi in cerca dell’occasione buona per svoltare. Nativa di Wedel, nel nord della Germania, ma con sangue caraibico nelle vene, la fanciulla aveva un solo album all’attivo, pubblicato nel 2009, che tuttavia non era servito granché ad imporla all’attenzione internazionale, se non nell’Europa dell’Est. Ovvio che questa Endless summer (Embassy) l’ha immediatamente proiettata al centro dell’attenzione planetaria, anche se è ancora tutto da verificare se questo mix furbetto di pop, soul e funky elettronico vagamente anni Ottanta fungerà da trampolino di lancio o rappresenterà piuttosto l’apice di una carriera destinata a svaporare in fretta.
 
Il testo è davvero poca cosa: «…Fammi saltare, fai brillare il tuo amore come un tamburo, fammi battere il cuore come un tamburo. Tu sarai il mio numero uno…», il tutto corredato dalla consueta gragnuola di oh e di yeh che sono poi il vero asse portante del brano: pop allo stato elementare dunque, come ha da essere un brano per essere cantato a squarciagola tra gli ombrelloni (per chi può ancora permetterseli) o sotto una più economica doccia metropolitana.

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