Leggi e… passaparola!
Testi mai banali quelli dei Passaparola, anzi, in genere con un contenuto davvero impegnativo, sfidante, seppure scritto con quella “leggerezza” che ti conduce dalla prima all’ultima pagina quasi senza sosta. E ti interpella, perché il protagonista di quella storia potresti essere tu che nella vita di tutti i giorni devi operare scelte per te, per la tua famiglia, per la comunità in cui vivi.
Non sono santini da incorniciare, le persone di cui questi libri raccontano. Sono uomini e donne come noi, come tutti, con le loro fatiche, i loro dolori, i loro tormenti esistenziali; persone che hanno avuto un percorso di vita talora difficile, complicato, e che non si sono arresi al primo ostacolo, alla prima o all’ennesima caduta, ma che hanno voluto dare qualcosa di sé per rendere migliore la società.
Mi viene da pensare, ad esempio ad Elena Sachsel, la protagonista di La ragazza che sognava ad alta voce, scritto da Elena Granata. Racconta di una bambina ebrea che si è salvata per caso negli anni della Seconda guerra mondiale e della furia antisemita e che da adulta, come medico pediatra, si è dedicata ai bambini, alle prostitute cadute nelle maglie della tratta e per loro ha fondato case di accoglienza per bambini e donne in diffi¬coltà in Italia e all’estero.
O anche a Filippo Cogliandro, “ambasciatore della ristorazione antiracket” e protagonista del Passaparola Io chef per la mia terra, scritto da Oreste Paliotti. Vincitore del Premio Paolo Borsellino, ha ideato il progetto “Le cene della legalità” e mensilmente offre a sue spese una cena ai bisognosi di Reggio Calabria.
Per non parlare di Dino Impagliazzo, che ha ispirato Pane e dignità di Riccardo Bosi e Paula Luengo Kanacri. Lo chef dei poveri, lo chiamavano. Ma in realtà è quasi impossibile racchiudere in una definizione la vita di quest’uomo che, tra il resto, ha fondato l’associazione RomAmoR che fornisce pasti caldi e altri servizi ai bisognosi in diverse parti della città e per questo è stato creato “commendatore della Repubblica” da Sergio Mattarella.
E che dire ancora dei protagonisti di Nostra figlia è rara, scritto da Chiara Andreola? La scelta coraggiosa di due giovani genitori di fronte a una malattia genetica che li catapulta in un tunnel costringendoli a rivedere tutti i propri progetti. Un libro che porta, con realismo ma con leggerezza e finanche ironia, alla scoperta di una realtà dura come quella di una malattia rara; ma anche di quella entusiasmante e feconda del dono di midollo, della ricerca scientifica e del sostegno reciproco tra tutte le persone coinvolte.
Sta facendo il giro di tante carceri italiane e incontrando associazioni legate a questo ambito, ma non solo, Fernando Muraca col suo Liberi di cadere, liberi di volare, un Passaparola straordinario che, a partire da una storia vera sulle soglie della prigione, è capace di trasformare la vita di tanti. Storie diverse, sofferte, complicate, quelle delle persone con le quali Muraca si incontra, uomini e donne che si portano dietro un fardello pesante, ma con le quali è stato possibile parlare di speranza, cambiamento interiore, progetti di vita.
Cosa ci riserva l’anno 2023? Il primo Passaparola è già stato pubblicato e sta riscuotendo un grande successo. Che artista il mio Artista, di Fabio Ciardi, racconta con intensità la storia straordinariamente vera di Simonetta Magari, medico psichiatra, che a un certo punto si scontra con una malattia terribile: la Sla. Il libro, come spiega l’autore, «ritrae una donna che attraversa la tragedia della malattia, che si ritrova immobile, bisognosa di tutto, dipendente dagli altri. E che sente i colpi pesanti dell’Artista che sembra demolirla, distruggerla. Ne nasce quel capolavoro che aveva sognato».
Il secondo dei 4 volumi di quest’anno è da poco uscito. Protagonista del libro scritto da Michele Zanzucchi è Massimo Toschi, che l’autore definisce nel suo titolo Il bis-abile, termine che lascia intuire in minima parte la capacità di quest’uomo, straordinario costruttore di pace in diversi Paesi del mondo.
Ad un uomo di comunicazione, quello che definisco il mio maestro di giornalismo in quanto il mio primo direttore a Città Nuova, Guglielmo Boselli, è dedicato il terzo volume per la firma di Oreste Paliotti. Nobile di famiglia, nobile nell’animo e, per questo, capace di farsi prossimo fino alla fine.
Col quarto libro, scritto da Pietro Acler, torniamo in carcere, con la storia avvincente di un detenuto – in realtà innocente – che supera ogni stereotipo, fino ad essere in grado di mettere la propria vita a repentaglio per salvarne un’altra.
Non è un caso questa attenzione al mondo delle carceri, perché Città Nuova vi è presente col suo mensile e coi suoi Passaparola che arrivano in tanti penitenziari grazie alla generosità dei nostri lettori. Per portare cultura e speranza.
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