Legambiente, il nostro mare violato e minacciato

Cemento illegale, pesca di frodo, mala depurazione e inquinamento mettono sotto scacco il mare italiano e le aree costiere. Il report di Legambiente dedicato alla memoria di Angelo Vassallo. Otto proposte concrete
Mare inquinato Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse

19.530. È il numero dei reati ambientali commessi nel 2022 lungo le coste italiane. Illeciti legati alla cementificazione abusiva e all’inquinamento, dalla pesca di frodo alla cattiva depurazione delle acque.

Illegalità ambientale aumentata del +3.2% rispetto al 2021. Di pari passo è cresciuta anche l’attività di controllo. Le Capitanerie di Porto e le forze dell’ordine hanno effettuato oltre un milione di controlli con 44.444 infrazioni, una ogni 115 metri di costa, con un +13.1% rispetto all’anno precedente.

Questa è la fotografia scattata da Mare Monstrum, il report annuale di Legambiente.

Quasi la metà dei reati (48,7%) si registra in Campania in cima alla classifica, seguita da Puglia, Sicilia, Lazio e Calabria. Il reato ambientale più comune riguarda il ciclo illegale del cemento, con occupazione abusiva del demanio marittimo, cave illegali, illeciti negli appalti per opere pubbliche.

A seguire la cattiva depurazione delle acque e lo smaltimento e abbandono dei rifiuti. Inoltre ammontano a 624 le violazioni del codice di navigazione relative alla nautica da diporto: 286 le persone denunciate o arrestate e 329 sequestri. Il valore delle sanzioni amministrative e dei sequestri nel 2022 ammonta a oltre 486 milioni di euro.

Il report presentato il 4 settembre 2023 è stato dedicato ad Angelo Vassallo – oggi ricorre l’anniversario della sua morte -, il sindaco pescatore di Pollica brutalmente ucciso il 5 settembre 2010 per il suo impegno per la tutela del mare e delle coste del Cilento contro speculazioni e illegalità. Sulla sua morte Legambiente chiede da anni verità e giustizia. «Il suo sia un esempio a cui guardare, perché per combattere le illegalità – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – è importante che anche le realtà territoriali facciano la loro parte insieme alle istituzioni. Allo stesso tempo è fondamentale accelerare il passo sulle attività di controllo e quegli interventi normativi non più rimandabili: dalle demolizioni affidate ai Prefetti delle case abusive agli investimenti sui depuratori fino alla lotta alla pesca illegale».

Le proposte di Legambiente

Otto le proposte che l’associazione indirizza oggi al Governo Meloni.

  1. Ripristinare l’efficacia dell’art. 10bis della legge 120/2020 che affida ai Prefetti il compito di demolire le costruzioni abusive oggetto di ordinanze di abbattimento emesse ma non eseguite dai Comuni;
  2. rafforzare l’attività di contrasto delle occupazioni abusive del demanio marittimo;
  3. rilanciare a livello nazionale e su scala locale la costruzione e l’adeguamento e/o messa in regola dei sistemi fognari e di depurazione, migliorando in generale l’intero sistema di gestione, integrando il ciclo idrico (collettamento fognario e depurazione) con quello dei rifiuti (gestione fanghi di depurazione);
  4. efficientare la depurazione delle acque reflue, valorizzandole come risorsa e permettendone il completo riutilizzo in settori strategici come l’agricoltura, superando gli ostacoli normativi nazionali (DM 4 185/2003) con l’attuazione del regolamento UE 741/2020;
  5. migliorare e rendere più efficienti ed omogenei i controlli delle Agenzie regionali di protezione ambientale messe in rete nel Sistema Nazionale di protezione ambientale coordinato da Ispra (SNPA), approvando i decreti attuativi della legge 132 del 2016;
  6. regolamentare in maniera stringente lo scarico in mare dei rifiuti liquidi (acque nere ed acque grigie, acque di sentina, ecc.), istituendo, per esempio, delle zone speciali di divieto di qualsiasi tipo di scarico, anche oltre le 12 miglia dalla costa;
  7. promuovere politiche attive per la prevenzione nella produzione di rifiuti e per la migliore tutela del mare e della costa;
  8. attuare da parte del governo e del Parlamento adeguati interventi normativi contro la pesca illegale, non dichiarata e non documentata.

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