Legambiente contro i pirati del mare
Il 6 giugno è una data da cerchiare, come quella delle ricorrenze importanti e da non dimenticare mai. Dopo 24 anni di denunce Legambiente ha ottenuto un traguardo agognato: le ruspe hanno abbattuto e rimosso l'ecomostro che deturpava la bellissima spiaggia di Scala dei turchi nell'agrigentino. Stessa sorte, il 20 giugno, è toccata alle ville di lido Rossello qualche
chilometro dopo. Due successi in due settimane, ma che purtroppo non arrestano i reati ambientali.
I dati sulle illegalità che toccano coste e mari italiani sono cresciuti, infatti, del 2,8 per cento rispetto al 2011: quasi due illeciti ogni chilometro di costa. Sono questi i risultati raccolti in Mare monstrum, il dossier che l'associazione ambientalista ha presentato a Roma per denunciare le violazioni a danno del nostro ecosistema. Crescono i reati, 13.518; aumentano le persone denunciate, circa 16 mila; i sequestri superano le quattromila unità. Nella classifica dell’abusivismo edilizio sulle coste il primato spetta alla Sicilia, seguita dalla Campania, mentre a sorpresa conquista il terzo posto la Sardegna, che è anche la regione con maggior numero di persone denunciate.
Per Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, sono quattro i nodi critici da affrontare: «L'abusivismo edilizio e la cementificazione selvaggia, le spiagge date in concessione a privati senza adeguate assicurazioni sul mantenimento ambientale, l'assenza o la debolezza delle regole di navigazione e di pesca e infine il rischio trivellazioni, giustificato da una crisi energetica che non troverebbe soluzione nelle scarse risorse di idrocarburi presenti sotto il mare».
Annoso problema poi è quello dei depuratori. Giorgio Zampetti, responsabile scientifico dell'associazione, cita dati allarmanti sulle procedure di infrazione che l'Europa ha avviato contro l'Italia per l'assenza di adeguati sistemi di depurazione. Il monitoraggio di questi scarichi sarà uno dei compiti di Goletta verde, il laboratorio mobile che salpa il 22 giugno da Lignano Sabbiadoro e farà scalo in 34 località balneari del Belpaese, premiando i comuni virtuosi e denunciando le illegalità ambientali
diffuse. Il 26 giugno sarà invece la volta della Goletta dei laghi che analizzerà le acque di 21 siti lacustri.
Accanto alle denunce si elencano i successi a seguito delle segnalazioni di Legambiente: il depuratore in costruzione nel triestino sorto quest’anno dopo le denunce degli ambientalisti e l’avvio di un indagine a Gela sugli sversamenti in mare incoraggiano questa campagna, giunta alla 28esima edizione. Anche i cittadini possono essere partner dell’iniziativa attraverso SOS Goletta. Sul sito di Legambiente o con un sms al numero 3460074114 si possono segnalare le località incriminate per delitti ambientali e fornire tutte le informazioni utili per identificare questi pirati del mare.
Anche il Consorzio obbligatorio degli oli usati isserà la sua bandiera su uno degli alberi della goletta. «La quantità di oli lubrificanti usati gettati in acqua e non raccolti dal nostro consorzio, inquinano una superficie marina pari a 50 volte il lago di Garda – specifica Antonio Mastrostefano, portavoce del Coou –. Questa raccolta non costa niente alle aziende ed è in grado di produrre benefici anche economici». Sono infatti 100 le aziende che si occupano di riciclarli, impiegando circa mille addetti.
Altro partner del tour sarà il progetto “Pesce ritrovato”, coordinato dall’acquario di Genova. «Miriamo a promuovere quelle specie di pesce meno note dei nostri mari e che spesso non vengono considerate di valore commerciale – afferma la biologa Giada Franci –. Con degustazioni, lezioni di cucina e corsi vorremmo creare anche le condizioni di mercato per quei prodotti ittici considerati di scarto».
La campagna di quest’anno inoltre mette in guardia da due rischi sempre in agguato: il condono edilizio e lo spiaggiamento di idrocarburi a seguito di trivellazioni. «Dal 2003 abbiamo bloccato 18 tentativi legislativi di riaprire il condono, mentre le concessioni date per estrarre petrolio dal nostro mare comporteranno danni ambientali non supportati da benefici, poiché l’autonomia energetica garantita da queste estrazioni è di appena un anno e mezzo», precisa Cogliati Dezza, illustrando il lavoro dei volontari che quest’inverno sulla spiaggia di Favignana hanno raccolto catrame spiaggiato e petrolio depositato sugli scogli. Resta aperto poi il capitolo delle navi affondate nelle acque calabresi su cui la magistratura ha riaperto le indagini anche a seguito delle ripetute denunce di Legambiente.
I dati positivi pubblicati dal ministero dell’Ambiente non possono far abbassare il livello di guardia. Non basta insomma un mare pulito. «Occorre vigilare contro tutti quei pirati che vogliono depredare un patrimonio naturalistico e un'occasione di crescita anche economica e sostenibile per il nostro Paese», conclude Giorgio Zampetti.