Legalità e cittadinanza attiva, se ne discute al Campidoglio
“Sono Elpidio Capasso.
Attualmente rivesto la carica di consigliere comunale nel Comune di Napoli, ricopro la carica di presidente della commissione Bilancio, nonché di Consigliere della Città Metropolitana di Napoli. Da anni m’impegno nelle attività sociali, per andare incontro ai problemi delle persone e delle famiglie bisognose di sostegno, non solo materiale, ma anche legale e psicologico.
Sono convinto che le persone non debbano essere costrette a chiedere favori per vedere riconosciuti i propri diritti e sono consapevole che occorre eliminare le pastoie burocratiche per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Questo impegno nasce anni fa sotto forma di associazionismo, tendente a proporre alle amministrazioni territoriali soluzioni per risolvere problemi.
Resomi conto della necessità di partecipare in prima persona alle scelte politiche, nel 2000 mi sono candidato alle elezioni amministrative del Comune di Arzano, dove risiedo. Sono stato eletto consigliere comunale; in seguito ho ricoperto il ruolo di assessore alla Trasparenza, con delega ai Lavori pubblici, problematica casa e patrimonio. Nei cinque anni di amministrazione mi sono impegnato ad avvicinare le istituzioni sia ai cittadini sia alle imprese, eliminando gli ostacoli e i presupposti che creano il favoritismo.
Nel 2005, rieletto consigliere comunale, sono stato scelto come presidente del Consiglio comunale e con quella carica istituzionale ho continuato la mia battaglia per la legalità e la buona pratica amministrativa. Nel mese di gennaio 2006 si discuteva nel Consiglio comunale di Arzano dell’adozione del piano regolatore. In tale occasione mi sono opposto ad una speculazione edilizia. La conseguenza di questo mio gesto fu che mi venne recapitato un pacco bomba a casa, consegnato con l’intento criminoso e vile di colpire i miei familiari.
L’esplosione ferì mia moglie che, solo per miracolo, non perse la vista e non restò sfigurata, ma l’aggressione al bene mio più caro provocò in me la decisione di lasciare il seggio in consiglio comunale e di mettere al primo posto la mia famiglia e la sua incolumità. Tale evento camorristico mostrò concretamente le reali condizioni di legalità della mia città, dove chi fa politica in maniera corretta, onesta e per l’interesse dei cittadini, è visto come un nemico.
Subito dopo tale evento, la mia intenzione era quella di allontanarmi dalla realtà arzanese, trasferendomi altrove con la mia famiglia. Consultati mia moglie e i miei figli, questi ultimi decidevano che non dovevamo lasciare il territorio. Seguiva lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche. Successivamente, nel 2007, anche sulla spinta di diversi amici, venivo proposto e poi eletto segretario provinciale di Napoli di un partito politico.
L’impegno profuso era quello di far crescere il consenso dei cittadini verso quei valori che ritengo siano alla base della convivenza civile, delegando e valorizzando le “persone” quali protagonisti della partecipazione cittadina. Nel 2011 mi veniva chiesto dall’attuale sindaco di Napoli di candidarmi per le elezioni comunali di Napoli e sono stato eletto consigliere comunale.
Tuttora il mio impegno resta quello di curare il rapporto con le persone e con tante famiglie disagiate, dando voce a chi come me ha combattuto e combatte la mala politica e il malaffare sulla propria pelle”.