Lega Pro, il brutto caso del Pro Piacenza
La partita Cuneo-Pro Piacenza è finita 20-0. Non si trattava di una farsesca sfida tratta dall’immaginario dello scrittore e attore Paolo Villaggio, nella quale sarebbe apparsa sotto la voce “scapoli contro ammogliati” per la saga del suo ragionier Fantozzi, né di una delle tante sfide tra i cortili di periferia dove il fratello maggiore tenta di avviare il fratellino al magico mondo del calcio, con traumatici risultati iniziali per lui. Si trattava della partita del campionato di Lega Pro, la vecchia “Serie C” per intenderci, giocata in una delle più tristi domeniche calcistiche e chiusa con il maggior scarto nella storia del calcio professionistico italiano. Bisogna infatti tornare con gli almanacchi a un Torino-Alessandria 10-0 del campionato 1947-48 o a Brescia-Ancona 12-0, nella B del 1950-51.
Ora, l’onta eventuale resterebbe solo nell’ordine delle possibilità previste dallo sport, se solo non vi fossero tristi dettagli: in altri termini, si può vincere e perdere, anche con grave passivo, ma non così. In primo luogo perché in campo sono scesi per gli ospiti sette giocatori, tra i quali il massaggiatore. Questi, come specificato in una nota da Settimio Lucci, ex responsabile del settore giovanile del Pro Piacenza, «tesserati intorno alla metà di gennaio prima della partita Pro Piacenza-Alessandria, poi rinviata. Nessun ‘vecchio’ tesserato della categoria Berretti ed Under – si legge – si è prestato alla farsa di Cuneo, che resterà nella storia del calcio italiano, e colgo l’occasione per ringraziare i ragazzi, unitamente ai loro genitori, che hanno resistito ad ogni tipo di sollecitazione dimostrando di essere delle persone serie».
Il retroscena è che la squadra emiliana, senza stipendi da mesi, ha dato così seguito agli annunci di sciopero e, dopo aver già tre partite saltate, una quarta gara non disputata avrebbe fatto scattare per regolamento la cancellazione dal torneo.
Fabian Santacroce, difensore del Cuneo, ha tenuto ad affermare che il 20-0 sarebbe stato un modo per poter dare risalto al caso Pro Piacenza, ma soprattutto al caos attualmente in essere in serie C. Scopo opinabile, ma di fatto raggiunto, dato che il risultato è finito sulle pagine dei più titolati giornali sportivi d’Europa: se “Italian minnows Pro Piacenza beaten 20-0 in league match” è il titolo della BBC Sport, L’Equipe titola “Italie: avec seulement sept joueurs au coup d’envoi, Pro Piacenza perd 0-20 à Cuneo en Serie C” mentre AS la tocca piano con un perentorio “Ridículo en Italia: el Pro Piacenza juega con 7 niños y pierde 20-0”.
Dopo il triplice fischio allo stadio Paschiero di Cuneo, il presidente Figc, Gabriele Gravina, ha parlato di «un insulto allo sport e ai suoi principi fondanti. La nostra responsabilità – ha affermato – è quella di tutelare la passione dei tifosi, gli imprenditori sani e la credibilità dei nostri campionati: quella cui abbiamo assistito, nostro malgrado, sarà comunque l’ultima farsa». Almeno così si spera, giacché non si tratta del primo caso di farsa vera e propria, dove ad essere messi in discussione sono gli stessi valori di base dello spettacolo sportivo della stessa la Lega Pro, che in una nota ha scritto: «La Lega Pro è obbligata a rispettare le regole che esistono. Oggi (ieri a Cuneo, ndr) sono stati violati i fondamentali principi di correttezza e lealtà sportiva in modo inaccettabile».
Ancora una volta, tra dichiarazioni formali e prevedibili, si leva la voce autorevole e sempre troppo poco ascoltata di Damiano Tommasi, presidente dell’Associazine italiana calciatori, “il sindacato” di tanti sportivi, per lo più mai sotto i riflettori o sulle riviste patinate. «Ci sono – ha dichiarato – norme etiche che vanno rispettate e spero si proceda all’esclusione al più presto. Il calcio di provincia è uguale per tutti, ma ci sono presidenti che vogliono entrare nel calcio professionistico senza averne i mezzi. Tutta roba che noi abbiamo denunciato da tempo. Dopo tre partite già saltate, la quarta non è stata fatta saltare (dato che sarebbe costata l’esclusione dal campionato, ndr). Sento addirittura che avrebbero giocato il magazziniere e due ragazzi, pare che non fossero tesserati in maniera corretta: si vede che c’è qualcuno che è interessato a farli giocare. Purtroppo le norme non sono sufficienti. Episodi come questi non fanno bene a nessuno e a quanto pare la partita era anche quotata alle scommesse. È mancata la sportività, qualunque condizione di fare calcio, ed è una cosa grave».
Parole da confrontare con quelle di Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, che ha dichiarato nella serata di domenica: «Voglio chiedere scusa. Ripeto, voglio chiedere scusa a tutti. Il mio ruolo impone innanzitutto questo, perché oggi pomeriggio a Cuneo abbiamo vissuto una delle pagine più nere di sempre del nostro calcio. Il Pro Piacenza ha violato le norme di lealtà sportiva in maniera invereconda e domani, alla luce di questa violazione, deciderà il Giudice Sportivo. Noi siamo obbligati nient’altro che a rispettar le regole che ci sono. Dobbiamo cambiare, riformare e soprattutto chiedere ancora una volta scusa. Domani, dopo che il Giudice Sportivo avrà emesso il suo verdetto, racconterò quanto successo nelle quarantottore antecedenti la partita».
La parola passa ora in primo luogo al giudice sportivo ma, soprattutto, a coloro che, tra presidenti e dirigenti di lega, hanno la possibilità di evitare che queste vergogne si ripetano, facendo perdere passione, credibilità e senso stesso di una manifestazione che anziché allietare rischia di intristire e allontanare tutti.