L’economia è vita, la Bibbia è vita
«L’economia è vita, la Bibbia è vita, quindi Bibbia ed economia sono per tutti»: con poche parole il professor Luigino Bruni liquida ogni dubbio sulla Scuola di economia biblica che riaprirà le sue aule tra poche settimane.
Il titolo trae in inganno, sembra un luogo per economisti e teologi, invece è una scuola aperta a lavoratori, casalinghe, pensionati che hanno tempo e un po’ di curiosità, giovani, insegnanti (possono utilizzare il buono scuola del MIUR), imprenditori, persone che desiderano prendere tre giorni da dedicare a sé per fare un pit stop approfittando della cornice accogliente di Loppiano e del Polo Lionello Bonfanti.
A un costo contenuto e in pochi giorni la Scuola propone la lettura non confessionale e senza finalità di proselitismo di alcune pagine della Bibbia (dell’Esodo a febbraio e di Isaia a giugno).
Il prof. Bruni continua la presentazione della Scuola di economia biblica precisando che non è un insieme di conferenze né un corso di studi, ma «scuola di dialogo inteso come mezzo e luogo di conoscenza, di riflessione, di scambio».
E prosegue: «Sarà una lettura libera e gratuita, come la Bibbia, che non è un libro solo per i credenti ma un libro per la vita, perché non esiste una Bibbia per i credenti e un’altra per i non – credenti: la Bibbia è per tutti e tutti hanno il diritto di conoscerla, chi ha la fede, chi non ce l’ha ancora o chi l’ha persa. Potrà servire a chi forse vuole tornare alle radici della propria vita e della propria cultura, oppure sta vivendo un momento di passaggio e vuole riflettere sul proprio futuro e sul proprio presente, o per chi si trova nel momento in cui rimettersi in gioco dopo una crisi».
Da cosa nasce questo percorso di approfondimento? Continua così: «la Bibbia in Italia è commentata da molti scrittori, poeti, filosofi, artisti, basta guardare a quanti autori italiani le hanno dedicato libri interi in prospettive molto diverse. Nel mio lavoro ho sentito l’esigenza che la Bibbia deve tornare di nuovo a occuparsi di faccende civili, della vita delle gente, non possiamo lasciare la Bibbia al culto e alla Messa, alla liturgia, perché se rimane soltanto dentro le chiese muore per asfissia: la Bibbia è nata dalla gente, penso al Cantico dei Cantici, il Libro dei Salmi, il Libro di Giobbe, il Libro dei Proverbi, il Libro della Sapienza, anche il Nuovo Testamento: sono libri nati dalla vita delle persone, dalle feste, dai dolori, dai matrimoni, dagli esili. Anche alcune Lettere di S. Paolo, dicono cose che noi oggi scriveremmo con una email. Ci sono realtà che nascono dalla vita e devono tornare alla vita. Io che sono un economista civile e che sono radicalmente laico (in senso non laicista), ho a cuore che la Bibbia torni dentro la vita della gente, nelle piazze, nelle fabbriche, nelle città, nei parlamenti, nelle università – e non solo in quelle teologiche – e per questo mi sono lanciato in questa avventura».
Con questa presentazione la Scuola appare effettivamente interessante e per la sua piena riuscita richiederà il contributo anche dei corsisti.
A questo link tutte le info per le iscrizioni, che si chiuderanno il prossimo 25 gennaio. Dopo questa data non si garantiscono posti disponibili e comunque non saranno al medesimo (e vantaggioso) costo attuale.