Leaders positivi cercasi!

Modelli positivi? Ce ne sono tanti. Purtroppo quelli negativi fanno più rumore. Il fatto è che molti bambini affermano di assistere a programmi da bollino rosso. Colpa della tv-cattiva maestra o anche di genitori distratti? Si ha l’impressione che tanti non si interessino più della qualità dei programmi, ma nemmeno della quantità di non-senso, di violenza, di fiction, a rischio di saturazione. Un’ulteriore prova? La recente comparsa del tuttomuscoli campione di wrestling, John Cena, al festival di Sanremo. Il wrestling, appunto, forma simulata di lotta violenta, nuova icona dei giovanissimi. Secondo alcuni, sport cruento e diseducativo e, come recentemente ha avvertito la Commissione parlamentare per l’Infanzia, a rischio di emulazione; per altri solo finzione, spettacolo. Basterà qualche bollino rosso in più per circoscrivere in fretta il fenomeno? Forse proprio qui sta il problema: di una cultura che, di fronte a tanta libertà, non è più in grado di gestirne la portata e di orientarla costruttivamente. Spettacoli di wrestling, in fondo, non sono peggiori di tante altre messinscene dalle tinte rosee o cupe al limite dello psicopatico. Il problema, allora, sta piuttosto in questa straripante occupazione, in questo surplus di non-pensiero, di evasione e di irrealtà. Non a caso in Giappone un triste virus sta stravolgendo la vita quotidiana dei giovanissimi. Aumentano i cosidetti kikikomori, cioè autoreclusi in casa, con scambi sociali ridotti al minimo. Vivono di scambi virtuali. Sui rimedi? Occorrerebbe una più coraggiosa riflessione. E poi un patto per l’educazione, responsabilmente condiviso ai più vari livelli. Si deve fermamente credere alla possibilità di proposte di più alto profilo educativo, alternative ai troppi wrestling incombenti. Ad esempio: più spazio all’educazione di emozioni e sentimenti, alla cura del pensiero riflessivo; alla partecipazione attiva e responsabile, offrendo ai giovani più occasioni per l’esercizio creativo della mente, delle capacità di orientamento, anche sul piano valoriale. Allora, anche il wrestling non farà tanto scalpore. C’è tanto bisogno di educatori veri, di quelli che sanno donarsi per i loro giovani. C’è bisogno di competenza, ma anche passione, di candore e di semplicità, di vette più alte a cui mirare! È ora di affrontare insieme, con più coraggio, questa risalita.

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