Le violenze senza fine del Centrafrica

Una testimonianza diretta dalla missione delle Figlie di Maria Missionarie a Bouca, dove sono ospitate 3.500 persone. Giovedì sono sfuggite miracolosamente, assieme ad altri abitanti del quartiere, alla brutalità di gruppi estremisti. Cristiani e musulmani compiono assassini efferati senza controllo
Repubblica centrafricana

«L’ultimo comunicato della Farnesina pubblicato sul sito recita: “A seguito del colpo di Stato dello scorso 24 marzo da parte delle forze ribelli del Seleka e del progressivo deterioramento della situazione di sicurezza nel Paese, inclusa la capitale Bangui, dove si continuano a registrare scontri interreligiosi e tra milizie di opposte fazioni con atti di vandalismo, si sconsigliano viaggi, per qualunque ragione, verso la Repubblica Centroafricana”.

Avevo programmato il mio viaggio in Centrafrica per oggi, ma le consorelle Figlie di Maria missionarie presenti nel Paese mi hanno inviato un messaggio consigliandomi di non partire. In realtà il clima già teso e incerto, si sta deteriorando di ora in ora con un crescendo di rappresaglie tra la comunità cristiana e quella musulmana sulla scia delle violenze della scorsa settimana tra uomini dell’ex gruppo di ribellione Seleka e miliziani dei gruppi di autodifesa anti balaka, conclusesi con più di 500 morti.

Le milizie anti balaka sono costituite da ex membri delle forze armate centrafricane e cioè semplici contadini e abitanti dei villaggi, stanchi dei soprusi dei ribelli dell’ex Seleka. Giovedì, 12 dicembre, un migliaio di persone, tra cui molti giovani, armati di pietre, hanno cercato di irrompere con la forza nella chiesa di Saint Jacques dove si erano rifugiate le suore assieme a tantissima gente del quartiere, per la maggioranza donne e bambini. Sono seguiti disordini e tafferugli che lo stesso arcivescovo non è riuscito a frenare. Per ore la tensione è stata alle stelle. Sono stati rinvenuti sei corpi senza vita di musulmani, tra cui un bambino. Poco dopo un cristiano in sella ad una motocicletta è stato ucciso a colpi di accetta da altre persone.

L’arcivescovo Dieudonné Nzapalainga, costatando questa gravissima situazione in cui i musulmani uccidono i cristiani e viceversa,ha lanciato un appello di riconciliazione, insistendo che la priorità immediata in questa tragedia, consiste nel trovare lo slancio necessario per imparare nuovamente a vivere insieme: cristiani, musulmani e non credenti. Per questo motivo si è recato nella parrocchia di Saint Jacques assieme a l’iman Oumar Kobine Layama, presidente della comunità islamica centrafricana e al pastore Nicolas Guerekoyame-Gbangou, vice-presidente dell’Unione delle chiese evangeliche Elim. La spirale dello scontro si è brutalmente aggravata, aggiungendo alla crisi per la sicurezza, le premesse di una crisi umanitaria.

Dalla zona di Bouca, a quasi 300 km dalla capitale, le mie consorelle mi informano che le persone rifugiate nella nostra missione, sono attualmente 3.500, perché iribelli continuano a violentare, saccheggiare, rubare, ferire, uccidere e distruggere i beni altrui. La gente è ammassata nelle aule della scuola, ma i più sono all’aperto senza acqua e medicinali e con poco cibo a disposizione. E’ alto il rischio di epidemie in condizioni igienico sanitarie pessime. Lo sforzo di Medici senza frontiere non basta a coprire tutte le necessità. Le suore lì presenti si prodigano per aiutare, ma mancano di tutto. Cibo e medicinali sono le cose più urgenti e purtroppo non si sa come fare. Dappertutto c’è desolazione e il banditismo cresce sempre più. Ci chiediamo fino a quando durerà questa situazione drammatica.

Il popolo centrafricano aspira alla pace e noi vogliamo aiutarlo a prendere le armi dell’amore, del perdono, della tolleranza, della giustizia, della riconciliazione e delle preghiera. Questo è un cammino difficile ed esigente Chiediamo a Gesù che tocchi i cuori dei responsabili e guarisca le ferite di coloro che hanno tanto sofferto anche nella loro carne» questo conflitto».

Suor Fiorenza Amato

 

Chi volesse inviare un aiuto alle religiose del Centrafrica, può farlo attraverso questi conti corrente:

IBAN  postale: Istituto Figlie di Maria Missionarie  IT46 D 0760103200000062086004

IBANbancario:Curia Generalizia Figlie di Maria Missionarie- Banca IntesaSan Paolo 

IT 04 B 03069 03232 100000001269.

Suor Fiorenza, con grande discrezione ha chiesto preghiere e di non dimenticare questo conflitto che si consuma nel totale silenzio dei media. Come redazione vogliamo accogliere il suo appello ad un aiuto anche concreto per la missione.

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