Le uscite di metà ottobre

Entro Natale saranno un centinaio i film in uscita da settembre, perciò prepariamoci a invasioni settimanali. Ne riportiamo quelle più significative
Il comandante e la cicogna

Ancora un altro film autoriale italiano, questa volta di Silvio Soldini. Si tratta de "Il comandante e la cicogna". Il comandante è nientemeno che Garibaldi che dalla sua statua osserva, con Verdi e Leopardi, una Torino avvilita e confusa, specchio di una Italia miserevole e imbrogliona. Decaduta, per cui la lotta risorgimentale viene il dubbio sia stata cosa sprecata. L’idraulico Leo (un bravo e spaurito Valerio Mastandrea), vedovo delle vivace moglie Teresa (Claudia Gerini) che appare e sparisce  come un fantasma, ha due figli: il ragazzo Elia, innamorato di una cicogna e sognatore, amico  di uno stranissimo moralista (Giuseppe Battiston, ovvero la nostalgia dell’Italia migliore) e l’adolescente Maddalena, maliziosa e ingenua. L’Italietta degli imbroglioni e di politici e faccendieri in carcere è ben rappresentata dall’avvocato (Luca Zingaretti), il peggio del Belpaese attuale, mentre la gioventù spaesata trova il suo esponente nella sfasata pittrice Diana (Alba Rohrwacher).
Storie che si intrecciano nella città, dove nonostante tutto il cielo è ancora bello e le montagne lontane ancora pulite, come i sentimenti del ragazzino e del padre.

Insomma, la lotta fra imbroglioni e politicanti e i pochi onesti sembra far vincere i primi, ma Soldini lascia uno spiraglio anche per i secondi. Ma con un sorriso tirato. Se gli attori sono bravi (anche se facce nuove non guasterebbero nei ruoli principali), il film è un po’ sfilacciato (i lunghi monologhi di Battiston), specie nella seconda parte. Ma le idee di mescolare reale e irreale sono originali ed anche lo sguardo partecipe e mesto insieme. Certo il cinema italiano, pensando  anche all’ultimo lavoro di Virzì, dovrebbe non solo descrivere i fatti, ma saperli far volare un poco più in alto…
 
Thiller made in Usa, "Cogan", diretto da Andrew Dominik, Cogan è duro e tagliente. È il 2008 , Bush sta per mollare e accompagna il film con i suoi discorsi televisivi, mentre la crisi entra nelle case e anche nelle bische. Rubare a un ladro allora  può essere un colpo geniale. Lo fanno due sbandati e si scatena la caccia a loro da parte di un killer professionista glaciale e tremendo che è, guardate un po,’ nientemeno che Brad Pitt. Il quale con gli anni migliora e dà il meglio in ogni personaggio che affronta. Detto questo, si penserebbe a un ottimo film, ma  le mitragliate di battute e il ritmo sanno di già sentito e visto, anche se incalzanti. Certo, la narrazione lascia un senso di gelo che fa pensare. Il meglio è nel finale con la frase di Brad: «L’America è un business, non un Paese». Sarà vero? Se sì, noi europei dovremmo allora svegliarci.
 
Dalla parte dei bambini. È "Gladiatori di Roma", in 3D, storiella animata sul solito gladiatore povero che però riesce a sposare la bella dopo tante prove. Le voci di Laura Chiatti e Luca Argentero fanno del loro meglio, la migliore è però la maliziosa Belèm, ancora una volta. Scacciapensieri al pomeriggio.

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