Le tracce di Leonardo
Esiste ancora la Battaglia di Anghiari, il celebre affresco dipinto da Leonardo in concorrenza con Michelangelo sulle pareti di Palazzo Vecchio? Il professor Maurizio Seracini, dell’università californiana di San Diego, è convinto che ne rimangano delle tracce. Ieri, infatti, ha presentato a Firenze i filmati con i frammenti di un nero simile a quello della Gioconda, trovati dietro la parete affrescata dal Vasari. Il quale, per rispetto del Genio, avrebbe costruito una sottile intercapedine fra il muro dell’affresco leonardesco e il proprio, a protezione di un capolavoro che i contemporanei copiavano estasiati – ne esiste una splendida copia di Rubens – e che si rovinò a causa della tecnica sperimentale di Leonardo. Al quale le ricerche non andavano sempre bene, se è vero che anche il Cenacolo milanese si rovinò presto, tanto che il Vasari, qualche decennio dopo la sua composizione, lo descrisse come “una macchia abbacinata”, in cui si vedeva ben poco delle figure.
Leonardo dunque sotto Vasari? È possibile, benché molti esperti si turino il naso (perché, se le ricerche andassero a buon fine, tante teorie verrebbero messe in discussione…) e gridino di fermare “lo scempio”. Per fortuna, si andrà avanti. Con buona pace di tutti. Perché, se si cancellasse il Vasari sarebbe certo un danno, ma non eccessivo – Vasari è ottimo architetto e scrittore ma pittore accademico –, ma se si trovassero anche solo dei frammenti di Leonardo, ritroveremmo il fascino di un capolavoro che si credeva perduto. Le vecchie ossa di Leonardo – dovunque siano, se ci sono ancora – fremerebbero di gioia.