Le tenebre di una donna di luce
Madre Teresa era già suora quando avvertì una nuova chiamata a dedicare la sua vita ai poveri, agli ultimi. In essi rivide Gesù in croce che diceva: Ho sete. Fu una chiamata nella chiamata, ed accolse l’invito rivoltole: Vieni, sii la mia luce. Di recente, l’annuncio della pubblicazione di alcune lettere da lei indirizzate ai suoi confessori ha avuto una vasta eco nei media. Il loro contenuto era già stato anticipato, in parte, in occasione della beatificazione. Si sapeva del buio che l’aveva avvolta fino al termine della sua vita, del senso di abbandono da parte di Dio, del sentimento, come leggiamo in un suo scritto, di non essere voluta da Dio, respinta, vuota, senza fede, senza amore, senza zelo . Il cielo – continuava – non significa niente per me, mi appare un luogo vuoto. Si sapeva. Tuttavia la notizia di un libro tutto dedicato a questo tema ha suscitato in tanti l’interrogativo: è possibile, perché? Immediato, negli articoli di questi giorni, il riferimento a san Giovanni della Croce, e quindi l’identificazione della tenebra di Madre Teresa con la notte dello spirito. Questa, magistralmente descritta dal dottore mistico, ha lo scopo di purificare l’anima così da consentirle la pienezza dell’unione intima con Dio. Anche la tenebra di Madre Teresa sarà servita a purificarla, a difenderla dai rischi che sarebbero potuti derivare della sua popolarità. Personalmente penso che la sua notte aveva ben altre finalità. Identificarla con Gesù fino a sentire la sua stessa aridità: Ho sete. Quando Gesù fu innalzato in croce il cielo si oscurò a simboleggiare il buio che egli stava vivendo, il senso di solitudine e di abbandono da parte di Dio. Teresa condivide con lui il silenzio di Dio. Teresa come lui. Identificarla alla solitudine e all’abbandono dei poveri e dei senza Dio a cui era stata inviata per essere la luce di Gesù: doveva condividerne la tenebra. Così aveva fatto Gesù sulla croce, quando si era addossato il male del mondo per operare la salvezza. Come poteva Teresa confortare gli afflitti, saziare gli affamati, guarire i lebbrosi se lei stessa non avesse preso su di sé e condiviso il vuoto dell’umanità? Non sarebbe stata credibile. Farle generare una nuova grande opera nella Chiesa perché nulla di divino viene alla luce se non pagato col dolore. Così Gesù ha dato vita alla sua Chiesa, alla nuova umanità. Lei doveva ripercorrere la sua stessa via.Madre Teresa di Calcutta, come Gesù.