Le stelle della danza tornano a Roma
Tornano Les Étoiles della danza
I grandi nomi della danza internazionale provenienti da importanti compagnie del mondo, anche quest’anno tornano all’atteso appuntamento “Les Étoiles” (il 27 e 28/1, Auditorium Parco della Musica di Roma), chiamati dal direttore artistico Daniele Cipriani. Virtuosismi “in volo” e sulle punte, con celeberrimi passi a due tratti dal repertorio tradizionale (Giselle, La Bella Addormentata, Il Corsaro, Silvia, Esmeralda), insieme a brani di coreografi contemporanei. Nel cast Jacopo Tissi, unico ballerino italiano in forza al Bolshoi di Mosca e, sempre dal Bolshoi, Evghenia Obraztsova e Semyon Chudin, e la giovane stella nascente Alena Kovaleva. A grande richiesta ritorna l’argentina Marianela Nuñez del Royal Ballet di Londra, e l’ucraina Iana Salenko del Berlin Ballett. Tra i ballerini, il russo Vadim Muntagirov dal Mariinsky di San Pietroburgo, e lo spagnolo Joaquin De Luz primo ballerino del New York City Ballet e, ancora dal Mariinsky, il coreano Kimin Kim. Dall’Opéra di Parigi, i francesi Léonore Baulac e Hugo Marchand, e con loro un brano dell’ex-direttore del teatro parigino Benjamin Millepied, noto al grande pubblico per aver firmato le coreografie del pluripremiato film Black Swan (“Il cigno nero”). Ci sarà pure, come già nella scorsa edizione, una étoile a sorpresa la cui identità verrà svelata solo la sera della ‘prima’.
Gioie e dolori nella vita delle giraffe
Scritto dal drammaturgo portoghese Tiago Rodrigues, è una favola estraniata ed estraniante sui contrasti, le disarmonie e gli opposti che caratterizzano la nostra sfuggente realtà. Giraffa, la protagonista, è una bambina di nove anni «troppo alta per la sua età, che deve svolgere una ricerca sulle giraffe. Inizia così un vagabondaggio nella Lisbona di oggi, e di sempre e di mai, dove ogni incontro è un indizio e una complicazione, una rivelazione e un disincanto, una ferita e una risata. E tutto questo è giocato dall’autore su infiniti e sottilissimi scarti linguistici, delicati e profondi come sogni reali o come immagini rivelatrici e insensate. Nella messinscena il regista Teodoro Bonci del Bene chiama in causa, per dare corpo allo spettacolo, l’universo dissonante delle «subculture, ovvero di quei gruppi che hanno espresso nella storia della collettività una forma di socialità non istituzionale, distinguendosi dalla cultura di massa per comunione di stili di vita e visioni del mondo diverse rispetto a quelle imposte dal mainstream».
“Gioie e dolori nella vita delle giraffe”, di Tiago Rodrigues, traduzione Vincenzo Arsillo, scene e regia Teodoro Bonci del Bene, con Carolina Cangini, Martin Chishimba, Dany Greggio, Jacopo Trebbi, disegno luci, video e audio Matteo Rubagotti, costumi Cristina Carbone, produzione Emilia Romagna Fondazione Teatro. A Modena, Teatro delle Passioni, fino al 28/1; a Bologna, Arena del Sole, dal 30/1 all’8/2.
Un bizzarro delirio
Nel “Castello”, centro diurno di salute mentale, s’incontrano due solitudini diametralmente opposte: quella di Mimmino, che fugge il presente e si perde nell’interrogare le stelle, e quella di Sofia, una donna ossessionata dalla carriera, ma che avverte un’insania incipiente. Né pazzi né sani, finiranno per attrarsi. La drammaturgia di Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi nasce da confronti e scambi tra gli stessi autori e alcuni pazienti di strutture psichiatriche, e indaga la contemporanea follia dei giorni nostri e quel diffuso “delirio bizzarro” cui, nel bene e nel male, non ci si può sottrarre.
“Delirio Bizzarro”, Compagnia Carullo-Minasi. A Milano, Teatro i, dal 24 al 29/1; a Rubiera, Teatro Herberia, l’1/2; a Rimini, Mulino di Amleto Teatro, il 2/2; a Roma, Teatro Biblioteca Quarticciolo, il 17 e 18/3; a Messina, Teatro dei Naviganti, il 27 e 28/4.
Maratona teatrale per Pirandello
A chiusura delle celebrazioni dei 150 anni di Luigi Pirandello il 27 gennaio dalle ore 12 alle 20 circa, nella Casa Museo di Pirandello a Roma, Bruno Crucitti sarà impegnato nella maratona-lettura integrale senza interruzioni dei “Quaderni di Serafino Gubbio operatore”, con diretta streaming sul canale Facebook dell’attore. Il romanzo, pubblicato la prima volta nel 1916, è forse il primo che abbia per tema il cinema, proponendo con vena ironica una tematica modernissima, raccontando tutto dal punto di vista di un operatore che si abitua a vedere il mondo attraverso la sua macchina da presa, limitando la sua vita a quella “realtà virtuale”, come diremmo oggi, acquisendo una distanza da esso anche emotiva. Con questa lettura integrale Crucitti, continuando l’esperienza già percorsa in diverse occasioni, approfondisce questo genere d’interpretazione, invitando i suoi ascoltatori ad una immersione totale nella storia.
Gli incendi di due vite
Tratto dal testo del drammaturgo libanese Wajdi Mouawad, il testo è una rappresentazione intima sotto forma epica, una ricerca delle origini, passando per la formazione di un popolo e la ricerca dell’individualità, e non solo: è un punto di contatto obbligato tra più generazioni, più luoghi e più linguaggi. La storia, volutamente evoluta, segue il destino di una donna, Nawal, intrappolata in un conflitto che non ha scelto e che, per ritrovare un figlio scomparso, arriva ai limiti dell’assurdo orrore degli strazi senza fine che scandiscono la storia del mondo. Ma è anche la storia dei suoi due bambini nati sotto il fuoco della guerra e alla ricerca della verità su questa madre, che ha nascosto loro la propria origine. Un viaggio per sconfiggere l’oblio, per non dimenticare, attraverso il respiro, l’affanno, le ustioni e gli incendi di queste vite.
“Incendies”, di Wajdi Mouawad, tradotto, adattato e diretto da Massimiliano Vado, con Giulia Fiume, David Marzi, Giacomo Bottoni, Eleonora Belcamino, Federico Le Pera e Massimiliano Vado. A Roma, Spazio Diamante, dal 26/1 al 4/2.
Faust tra danza e web
Con questo spettacolo, primo appuntamento della Stagione IPuntidanza della Fondazione Egri per la Danza, il coreografo Raphael Bianco, insieme al visual artist Matteo Stocco, affrontano la seconda tappa della “Trilogia della Civiltà”: una nuova prospettiva di lettura del Faust di Goethe in cui un ruolo importante è giocato dalla vana onnipotenza del web e dove la scelta dell’installazione coreografica permette di aggregare codici performativi differenti. Il fulcro è il confronto con la conoscenza, anche quella più sotterranea e più segreta, che immerge lo spettatore in un abisso sonoro, visivo e gestuale.
“Faust deep web”, coreografia di Raphael Bianco, Compagnia EgriBianco. Produzione in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Al Castello di Moncalieri (To), dal 26 al 28/1.