Le spie rosse dell’amore

Piccole incomprensioni, malintesi e dissapori sono il segno che “qualcosa non va” nella vita di coppia. Nel libro Le spie rosse dell’amore, Rino Ventriglia ci aiuta a scoprire i segnali di un rapporto in crisi o in affanno.
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Tra le “spie” dell’amore che possono lampeggiare, possiamo individuarne alcune:

Sempre in conflitto: mai un po’ di pace?

Da rapporto di coppia a rapporto materno/paterno… e poi?

Non sento più: ho sbagliato?

La comunicazione è prevalentemente o esclusivamente centrata sul fare: i rischi della famiglia azienda.

Attenzione: raccolta punti-premio in arrivo.

Zone d’ombra: è inutile comunicargli questa cosa tanto non può capirmi!!!

Riduzione o scomparsa del desiderio sessuale.

Strade parallele: vita sociale e affettività. Fuori casa tutto ok, in casa un inferno.

Le vie di fuga (facebook, chat, alcol, droga, iperlavoro, interesse per un’altra persona…).

C’e un vecchio detto che dice, parlando della coppia: «Si amano come il primo giorno». Mi è capitato più volte di imbattermi in coppie il cui stare insieme si potrebbe invece esprimere con la frase: «Sempre arrabbiati, come il primo giorno».

Mi vengono in mente Michela e Dario, sposati da 35 anni. Si siedono su due sedie vicine ma la sensazione è di due corpi, di due anime, lontani.

Entrambi esprimono il loro obiettivo sul quale, stranamente, concordano: smettere di litigare e vivere con serenità gli anni che hanno davanti, ora che i figli si sono sistemati.

Negli incontri che si susseguono si verifica una dinamica ripetitiva: Michela esprime il suo disagio attribuendo “tutte le colpe” al partner che inizia a replicare ma nel duello, alla fine, si arrende sotto i fendenti della lingua della moglie. A questo punto si gira dall’altra parte, le spalle s’incurvano, scuote la testa. In pochi minuti assisto al condensato della dinamica di fondo del loro rapporto: lei esprime la sua opinione, Dario comunica la sua; Michela, che è convinta di possedere la verità assoluta, insiste, affermandola con forza.

Lui controbatte ma alla fine cede e si allontana triste per non sentirsi compreso. E si rifugia nella politica e in qualche hobby naturalmente non condiviso da lei.

Il duello tra i due partner è iniziato quando si sono conosciuti e il campo di battaglia, come avviene in queste situazioni, sono le piccole e grandi decisioni della vita di tutti i giorni: la cerimonia nuziale, dove andare ad abitare, la scelta della scuola per i figli, i rapporti con le rispettive famiglie d’origine…

Ci sono poi situazioni particolarmente significative, in cui il dolore della delusione, della lontananza dell’altro/a non viene elaborato e resta lì, sullo sfondo, pronto a balzar fuori. I due partner se lo portano dentro: lei la solitudine vissuta in particolare per l’assenza di lui durante la prima gravidanza e lui la solitudine vissuta nella sua passione per la politica, non compresa né condivisa da lei.

Un momento di svolta nel percorso terapeutico è avvenuto quando Michela e Dario hanno compreso che il loro rapporto si è basato e costruito sulla competizione. Nella loro storia emerge, infatti, che fin da piccoli entrambi hanno vissuto esperienze dolorose con i loro genitori: lui con una madre dominante che non ammetteva debolezze e lei con un padre assente fisicamente e affettivamente. Il dolore vissuto in queste esperienze è stato tale da portarli ad avere paura di affidarsi a qualcuno e a decidere di fare da soli nella vita. È proprio quello che stanno facendo da 35 anni. Da questa consapevolezza nasce la possibilità, pian piano, di fidarsi, di sperimentare quell’intimità di cui entrambi hanno bisogno.

Significative le parole di lei in questa fase: «Ho perso tanti anni ad arrabbiarmi, a impormi su Dario, a convincerlo che sbagliava. Sarebbe stato diverso se mi fossi fermata a riflettere sul nostro rapporto, se lo avessi semplicemente ascoltato e se avessi comunicato la tristezza per ciò che mi mancava. Lui non è come mio padre!». La mia sensazione: due corpi vicini, due anime lontane. È utilissimo nelle simbiosi competitive, come quella in atto tra Michela e Dario, poter uscire dal ring: i ganci e i diretti, sia ricevuti che dati, “ammaccano” l’intimità della coppia.

Da: Rino Ventriglia, Le spie rosse dell'amore, cosa non fare nella vita di coppia (Città Nuova, 2013).

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