Le sfide dell’inculturazione della fede (Evangelii Gaudium 68-70)

Nell'Evangelii Gaudium papa Francesco affronta, in continuità con i suoi predecessori, anche le principali sfide legate all'evangelizzazione
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68-70 – Sfide dell’inculturazione della fede

L’inculturazione della fede rappresenta una delle principali sfide legate all’evangelizzazione, che dal punto di vista teologico trova il suo fondamento ultimo nell’incarnazione del Verbo. Nella trattazione di tale tema, Francesco si pone in continuità con i suoi predecessori, specie con il Magistero di Paolo VI e di Giovanni Paolo II – senza dimenticare le prospettive in proposito aperte dai documenti di Puebla, Santo Domingo e Aparecida –, soffermandosi su alcuni aspetti particolari: il cammino fatto dal Vangelo in numerosi popoli e culture del mondo; il dono del Vangelo alle culture in termini di purificazione, illuminazione e liberazione; la dolorosa costatazione dell’odierna rottura tra fede e cultura, con le sue cause esterne e interne alla Chiesa; la necessità di nuovo ardore, di accoglienza dell’altro, di vicinanza ai poveri e soprattutto di creatività per fronteggiare la rottura.

Mi sembra importante che il papa abbia ribadito il rapporto di reciprocità che intercorre tra l’evangelizzazione della cultura e l’inculturazione del Vangelo -«È imperioso il bisogno di evangelizzare le culture per inculturare il Vangelo» (69) -a sottolineare il carattere decisivo di questo incontro concepito come dono. Solo così ci saranno frutti di umanesimo e oggi, senza dubbio, abbiamo bisogno di un nuovo umanesimo. Un accento particolare, molto tipico di questo papa, è il radicamento popolare dell’inculturazione del Vangelo. L’evangelizzazione della cultura, in effetti, non è cosa di una élite intellettuale, ma di popolo, altrimenti non metterà mai radici.

La novità di questi brevi numeri ritengo sia da rinvenire nella sua conclusione: sottolinea che l’inculturazione della fede ha bisogno di mistica. Lo diceva già Rahner: «Il cristiano del futuro sarà un mistico o non sarà affatto». Oggi, in uno scenario di complessità culturale e pluralismo religioso, ci vogliono mistici in senso ampio, perché solo il mistico fa vera cultura dal punto di vista cristiano, dato che solo lui si colloca radicalmente nella scia dell’incarnazione del Verbo.

Jesús Morán
responsabile del settore Cultura e sapienza del Movimento dei Focolari

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