Le sedici carmelitane

17 luglio 1794. Piena rivoluzione francese. Un gruppo di religiose viene giustiziato perchè accusato di macchinare contro la Repubblica. La loro storia mise in crisi i principi di libertà, uguaglianza e fraternità sbandierati dai rivoluzionari e ha continuato ad ispirare letteratura e cinema
Una suora carmelitana

Oggi ricorre l’anniversario dell’uccisione delle sedici Carmelitane di Compiègne, il gruppo di religiose che furono giustiziate durante la Rivoluzione Francese, il 17 luglio 1794,  con l’accusa di «macchinare contro la Repubblica», in realtà per aver rifiutato di rinunciare ai voti religiosi.

Le sedici monache, che avevano offerto la loro vita  per la pace della Chiesa e dello Stato, furono condotte al patibolo in quella che oggi è Place de la Nation, a Parigi, e fra il silenzio agghiacciato della folla intonarono il Laudate Dominum, il Te Deum e il Veni Creator Spiritus. Poi rinnovarono i voti nelle mani della superiora Madre Thérèse de Saint-Augustin, e s’incamminarono verso il boia.

Gli spettatori di quello straziante episodio di quella Rivoluzione, che dopo aver sbandierato libertà, eguaglianza, fratellanza era piombata nel Terrore, rimasero fortemente impressionati dallo risolutezza e dignità delle monache, dalla soavità dei loro canti.  Pio X ha proclamate beate nel 1906 le sedici martiri. Anche l’arte non è rimasta insensibile a questo tragico evento e l’ha immortalato più volte: con la  piece teatrale del ’49, Dialoghi delle Carmelitane, del poderoso scrittore francese Georges Bernanos;con l’omonima opera diFrancis Poulenc, del ’53; e con il toccante film del 1960 diretto da  Bruckberger e  Agostini.

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