Le ragioni della crisi economica
Un politologo, un economista e un teologo a confronto. Un libro che offre un'analisi multidisciplinare della recessione in corso. Che non ha solo radici economiche.
L’enciclica sociale Caritas in veritate di Benedetto XVI, presentata ieri in coincidenza con l’inaugurazione dei lavori del G8 a L’Aquila, e gli stessi lavori del summit mondiale hanno riportato prepotentemente all’attenzione dell’opinione pubblica internazionale la necessità di leggere in profondità le ragioni della crisi economica e finanziaria che da quasi un anno sta sconvolgendo il pianeta. Non bastano i pannicelli caldi, non sono sufficienti le dichiarazioni d’intenti o le buone intenzioni. Emerge dalla società civile un invito pressante a ripensare l’attuale modello di sviluppo che – è sotto gli occhi di tutti –, ha mostrato ormai i suoi limiti.
È quanto hanno fatto il politologo Antonio M. Baggio, l’economista Luigino Bruni e il teologo Piero Coda nel volume La crisi economica appello ad una nuova responsabilità, uscito in questi giorni per i tipi di Città Nuova. Non un dibattito per iniziati, ma una seria ricerca delle radici del male e delle piste che possono condurre la società fuori dallo stallo.
Una radicale trasformazione di mentalità è necessaria. È questa l’unica strada per una reale soluzione della crisi. Responsabilità che vuol dire riportare l’etica, e dunque l’uomo, al centro dell’agire economico, privilegiare la ricerca del bene comune, fondata sul rispetto e la promozione della dignità della persona, riconoscere anche come economici i valori di gratuità e reciprocità. Di fraternità. Questi in realtà sono i fondamenti per una economia globalizzata ma rinnovata, e per una società a misura della persona umana. Anche della più piccola.