Le proposte di febbraio
La trilogia dei fratelli Lehman al Piccolo di Milano
Con un cast attoriale di fuoriclasse, tra cui Massimo Popolizio, Massimo De Francovich, Fabrizio Gifuni, Paolo Pierobon, debutta la nuova produzione del Piccolo Teatro di Milano, diretta da Luca Ronconi. Centosessant’anni di storia di una delle famiglie più potenti d'America, i Lehman, sono al centro del testo di Stefano Massini, il drammaturgo oggi più premiato, in Italia e all'estero: dall’America schiavista alla New York post 11 settembre, rivive in scena la storia di un Paese e dei profondi mutamenti, sociali prima ancora che economici, che hanno influenzato il mondo globalizzato. La saga dei fratelli Lehman è al tempo stesso uno squarcio di sogno americano: il Paese che tutto dà a chiunque dia prova di talento, inventiva e abnegazione, in una manciata di secondi rovescia fortune e destini. I Lehman correranno più volte il rischio di cadere, con la Guerra di Secessione, i due conflitti mondiali, la crisi del 1929, ma sempre sapranno risollevarsi. Tranne l’ultima volta: il 15 settembre 2008 Lehman Brothers diventa il più grande fallimento nella storia delle bancarotte mondiali. D'intesa con l'autore, Ronconi ha suddiviso i tre capitoli della Trilogia (Tre fratelli, Padri e figli, L'immortale) in due parti. “Lehman Trilogy”,di Stefano Massini, regia Luca Ronconi, scene Marco Rossi, costumi Gianluca Sbicca, luci A.J.Weissbard, suono Hubert Westkemper.Milano, Piccolo Teatro Grassi, dal 29/1 al 15/3.
Quattro buffe storieda Pirandello a Cechov
La vita (di ieri e di oggi) raccontata dal genio grottesco di due grandi poeti dell'animo umano con la leggerezza del sorriso, l'ironia della follia e la comicità dell'assurdo. “Dire cose utili divertendo”, come diceva Orazio, potrebbe essere il sottotitolo dello spettacolo tratto da opere di Cechov e Pirandello legate insieme dalla “comica follia” dei personaggi. La tenerezza di Cechov e il graffio di Pirandello si compenetrano tanto profondamente da non poterne discernere i confini, dando vita ad un sorprendente caleidoscopio dove è rappresentata la vita di quello strano e buffo essere che è l’uomo. Nei folgoranti atti unici di Pirandello, la comicità e il grottesco sono lo specchio deformante della realtà, vista con la “pietas” per i suoi personaggi. Un’ironia grottesca è sempre alla radice sia delle opere immortali di Cechov che di alcuni suoi brevi atti unici.“Quattro buffe storie” (Cecè, La patente, Domanda di matrimonio, Fà male il tabacco), da Luigi Pirandello e Anton Cechov, con Glauco Mauri e Roberto Sturno, regia Glauco Mauri. A Roma, Teatro Parioli Peppino De Filippo, dal 29/1 al 15/2.
La Napoli di Giancarlo Cauteruccio
È il primo atto di una trilogia sulle città di mare che il regista e attore calabrese ha ideato, scegliendo Napoli, Genova e Trieste. Il regista, qui anche attore e autore, canta la città di Napoli in un singolare omaggio a Eduardo, e ai suoi amici Leo De Berardinis, Tony Neiwiller ed Enzo Moscato, attraverso le canzoni del grande repertorio. Da sempre legato all'architettura, in questo singolare progetto apparentemente anomalo nel suo iter artistico, Cauteruccio legge i luoghi, i paesaggi, i sentimenti, attraversandoli e lasciandosi attraversare dalle canzoni del grande repertorio, (da ‘O sole mio a Torna a Surriento), per restituirne un'energia inattesa e anche tragica. “Napolisciosciammocca”, di Giancarlo Cauteruccio,scene e luci Loris Giancola, elementi video Alessio Bianciardi, consulenza musicale Annagiusi Lufrano, suono Marco Cardone. A Scandicci (Fi), Teatro Studio, fino al 15 febbraio.
“La prossima stagione “ a Pontedera
Il nuovo testo di Michele Santeramo s’interroga su cosa può succedere nei prossimi sessant’anni e di come le nostre vite dovranno adeguarsi ai cambiamenti che le scelte di oggi produrranno? Una coppia, marito e moglie, mostrati al presente in sei momenti della loro vita, a distanza di dieci anni l’uno dall’altro, dal 2015 al 2065, per cercare una risposta a come le vite delle persone saranno costrette a modificarsi, accontentarsi, piegarsi, perché intanto il mondo sarà cambiato ma le persone continueranno ad avere le stesse pulsioni profonde, gli stessi desideri, le stesse passioni. Viola e Massimo passano tra gli stravolgimenti imposti dal modo nuovo di vivere: un macchinario che permette di vedere i ricordi li costringerà a raccontarsi ogni verità; i soldi spariscono e al loro posto, per pura democrazia, viene usato il sangue; la morte è obbligatoria e si prenota ad orario e giorno esatti; i pasti sono sostituiti da barrette energetiche complete. Lo spettacolo racconta come si modifica il rapporto tra questi due personaggi, la loro voglia di tenerezza, il loro modo di scherzare, la loro innata leggerezza.“La prossima stagione”, di e con Michele Santeramo, immagini Cristina Gardumi, allestimento e luci Erica Artei, produzione Fondazione Pontedera Teatro. Al Teatro Era, dal 29/1 all’1/2.
“Questa immensa notte” al Filodrammatici
Lo spettacolo, nato da un’esperienza laboratoriale in carcere, è la storia di due donne, ex detenute che, uscite di prigione, cercano di ricominciare. Il testo della drammaturga inglese Chloe Moss nata nel 1976 a Liverpool, è stato rappresentato per la prima volta a Londra nel 2008 e nel 2009 e ha vinto il Susan Smith Blackburn Playwriting Prize. “Il carcere nella testa. Anche quando sei fuori, sei marchiata: hai il carcere nella testa – scrive la regista Laura Sicignano -. Queste due donne hanno storie comuni alla maggior parte delle carcerate. Sono vittime assassine, madri tossicomani o alcoliste; hanno storie infantili di abbandono. Dentro, in prigione, gli è scivolata via la femminilità: sono diventate fantocci. Nonostante ciò non hanno perso dignità. Quando escono il mondo le respinge. Per loro il carcere assume una dimensione uterina, protettiva: è un richiamo, una possibilità di fuga. Non sanno affrontare il mondo perchè per loro è un incomprensibile meccanismo che le stritola. “Questa immensa notte (This Wide Night)”, traduzione di Eliana Amadio e Laura Sicignano, regia di Laura Sicignano, con Orietta Notari e Raffaella Tagliabue, scene di Laura Benzi, costumi Maria Grazia Bisio. Produzione Teatro Cargo. A Milano, Teatro Filodrammatici, dal 3 all’8/2.