Le (poco-larghe) intese

Clamoroso: come si fa a dividersi anche sulla Commissione parlamentare antimafia? Per Alfano: «Il Pd ha esagerato» ed anche il premier Letta è apparso contrariato dalla mossa del suo partito. Proviamo a capire le funzioni di questo organismo
Rosi Bindi

La Commissione parlamentare antimafia è una commissione bicamerale d’inchiesta del Parlamento. Fu istituita nel 1962 ed è composta da 25 deputati e altrettanti senatori. Viene rinnovata all’inizio di ogni nuova legislatura.

Le sue funzioni sono delicate, dovendo occuparsi di indagare sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali (anche straniere), a partire dal rapporto tra mafia e politica, sia riguardo alla sua articolazione nei territori e negli organi amministrativi, con particolare riferimento alla selezione dei gruppi dirigenti e delle candidature per le assemblee elettive, sia riguardo a quelle sue manifestazioni che, nei successivi momenti storici, hanno determinato delitti e stragi di carattere politico-mafioso.

Ha anche il compito verificare l'impatto negativo – sotto i profili economico e sociale – delle attività delle associazioni mafiose sul sistema produttivo, sullo sviluppo, sulla crescita e sul sistema delle imprese (alterazione dei princìpi di libertà della iniziativa privata, di libera concorrenza nel mercato, di libertà di accesso al sistema creditizio e finanziario, di trasparenza della spesa pubblica comunitaria).

Svolge inoltre compiti di monitoraggio sui tentativi di condizionamento e di infiltrazione mafiosa negli enti locali, essendo deputata a proporre misure idonee a prevenire o contrastare tali fenomeni, verificando l'efficacia delle disposizioni vigenti in materia, con riguardo anche alla normativa concernente lo scioglimento dei consigli comunali e provinciali e la rimozione degli amministratori locali.

La Commissione procede alle indagini con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria, e deve riferire al Parlamento al termine dei suoi lavori, nonché ogni volta che lo ritenga opportuno e comunque almeno una volta all’anno.

C’era un accordo sulla presidenza? Parrebbe di sì. Per il Corriere della sera, tra il segretario del Pd Epifani e quello del Pdl Alfano, giovedì scorso sarebbe stata raggiunta un'intesa, individuando in Lorenzo Dellai (Scelta civica) la figura condivisa. Invece, alla seconda votazione (ballottaggio con Luigi Gaetti del M5S) è risultata eletta presidente dell’Antimafia Rosy Bindi. Con 25 voti favorevoli (Pd e Sel) sui 50 componenti e l’astensione di Scelta civica. Il Pdl, per protesta, ha disertato la seduta. Vicepresidenti sono risultati eletti: Claudio Fava (Sel) e Luigi Gaetti (M5S).

Inevitabili le polemiche Non sono solo tra Pdl e Pd, ma anche all’interno dello stesso Partito democratico, con il deputato renziano Davide Faraone che bolla questa elezione come una «occasione mancata» perché «sarebbe stato importante riuscire a votare con una grande maggioranza che consentisse autorevolezza», tenendo a precisare che «il punto nodale non è sulla persona, bensì sulle modalità con cui si è svolta la votazione».

Matteo Renzi, dal canto suo, se ne esce con una risposta poco impegnativa a chi gli chiedeva un giudizio: «È la politica del Palazzo, la politica del nulla», venendo per questo bacchettato da Stefano Folli su Il Sole 24Ore: «La Commissione antimafia non è il nulla, è una delle tante questioni spinose di cui Renzi – per ora – può fingere di non voler occuparsi, ma che saranno nella sua agenda dopo l’eventuale elezione a segretario del Pd».

Ancora a rischio le larghe intese Prima l’Imu, a seguire l’Iva e poi la legge di stabilità. Adesso persino la Commissione antimafia, che, prosegue nella sua analisi Stefano Folli, è «un organismo bicamerale per antonomasia e dovrebbe rispecchiare la complessità degli equilibri politici, specie nel momento in cui il governo poggia su di una grande coalizione» crea divisione. E non siamo ancora arrivati alla madre di tutte le scadenze: il voto in Senato sulla decadenza di Berlusconi.

Il voto per la presidenza dell'Antimafia, pertanto, rischia di incrinare vieppiù le già precarie larghe intese. In Commissione, dopo l’annuncio che il Pdl ne diserterà i lavori, dei 12 commissari pidiellini rimarrà solo la deputata Rosaria Scopelliti che ha dichiarato di voler partecipare ai lavori, perché «la mia storia e la memoria di mio padre, magistrato assassinato per mano mafiosa, non mi permettono di disertare le sedute».

Gli equilibri interni ai partiti. Nella elezione della Bindi, per Alfano: «Il Pd ha esagerato» ed anche il premier Letta è apparso contrariato dalla mossa del suo partito.  È comprensibile, perché la nuova fibrillazione indebolisce entrambi, non solo nelle funzioni governative, ma anche all’interno dei rispettivi partiti, alimentando l’instabilità a vantaggio di quanti considerano il ricorso ravvicinato al voto come ineluttabile.

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