Le pietre scartate .. sono diventate pietre angolari
Gli antropologi fanno risalire la prima localizzazione di una vera e propria società umana al luogo dove fu ritrovato lo scheletro di un uomo morto ad una età di circa 30 anni – una bella età per allora – con una evidente vecchia frattura ad una gamba: era chiaro che solo grazie all’aiuto degli altri aveva potuto sopravvivere. Zygmund Bauman, 80 anni, sociologo polacco, lo spiega ad una assemblea di persone abili e diversamente abili, in un convegno sul tema, svoltosi a Verona. E continua: Se vuoi valutare la tenuta di un ponte non puoi misurarla sul pilone più forte, ma sul più debole: allo stesso modo, se vuoi valutare la qualità di una società, non puoi misurarla sul reddito medio, ma su reddito, dignità e qualità di vita del gruppo più debole. Riconosce, però, che oggi la logica sembra invertita: Oggi tendiamo a fare con le persone ciò che facciamo con le cose: se non vanno, se non producono, le gettiamo! Chi non ce la fa diventa esubero!. Alla domanda su come fare a rimettere in gioco queste pietre scartate, Bauman ammette di non saper rispondere… So però una cosa – afferma -: ci vorrebbe tanta fantasia e altrettanta determinazione!. Il primo a raccogliere la sfida è stato un vecchio ascetico, dallo sguardo profondo: Jean Vanier, fondatore della Comunità dell’Arca, 134 comunità accoglienti per persone con handicap mentali gravi. Ufficiale in carriera nella Marina di Sua Maestà inglese, ho lasciato tutto per seguire Gesù! E Gesù mi ha consegnato i più piccoli, quelli dal cuore ferito per portarli a mangiare insieme a noi e per celebrare la vita assieme. Tanti di noi hanno ricevuto la vita da loro. Loro, con il loro mistero, ci aiutano a superare le paure di questa nostra società e a cercare la comunicazione più vera!. Dopo di lui tanti, tanti altri, quasi tutti rappresentanti di comunità unite dalla concretezza di un amore di elezione verso gli ultimi: portano fatti, illustrano soluzioni esportabili. Chiamando all’appello tutti quelli che rappresentano la città, o sue componenti: il sindaco, il vescovo, il presidente della provincia, la Confindustria, l’Università, il terzo settore, la Asl, un centro di formazione. E chiedendo loro di prendere posizione. Un confronto vivace, senza parole inutili, che ha lasciato negli ascoltatori una certezza: gli ultimi diventano rivelatori della storia, della vocazione di una città. Una città costruita sulla misura del minimo è una città più vivibile per tutti.