Le parolacce
“Nostro figlio Luca frequenta l’ultimo anno di scuola materna e da un po’ di tempo si esprime con alcune “parolacce” che probabilmente ha imparato dai suoi amichetti, anche perché in famiglia generalmente utilizziamo un linguaggio corretto. Cosa possiamo fare?”. Genitori di Luca Il linguaggio rappresenta la forma espressiva per eccellenza ed ha un valore importantissimo in quanto permette la comunicazione fra le persone. Esso si apprende soprattutto per imitazione. Così, anche le “parolacce” si imparano per imitazione. È per questo motivo che bambini che vivono in famiglie ove si utilizza un linguaggio scurrile, quasi sicuramente, utilizzeranno a loro volta lo stesso linguaggio. Tuttavia può capitare, come al nostro Luca, che alcune “parolacce” possano essere apprese da altri bambini e vengano poi ripetute quasi per gioco. Generalmente, in questi casi, il problema si risolve da sé ed in poco tempo il bambino smetterà di dire “parolacce”. Tuttavia qualcosa si può fare, e cioè: – Prestare meno attenzione possibile alle parolacce per togliere loro ogni “potere”, eliminando il divertimento di pronunciarle. – Comunicare al bambino il genere di linguaggio che si preferisce venga utilizzato, sottolineando quando si esprime in modo gradevole. – Evitare di rispondere sgarbatamente, in quanto serve solo a mostrargli come essere maleducato. – Evitare inoltre di punirlo per il linguaggio aggressivo o irrispettoso: con le punizioni si insegna la paura e non il rispetto. Ma sono sicuro che il sistema più efficace è quello di rivolgersi al bambino nello stesso modo con cui si desidera essere trattati. Dire “grazie”, “per favore”, “scusa” sono tutte espressioni che testimonieranno in modo convincente che lo considerate come unico e degno del vostro affetto. LA SCIENZA DICE. . . LA PAROLA La parola rappresenta un cardine fondamentale per lo sviluppo del bambino. Occorre parlare sempre al bambino. Françoise Dolto, la famosa psicoanalista francese che ha lavorato per anni con bambini e adolescenti, ha scritto fiumi di pagine sull’importanza dell’ascolto e della parola come strumenti indispensabili per la crescita del bambino. Parlare è dunque un’esigenza fondamentale e lo è sempre per tutti gli esseri umani. È per questo motivo che tutte le cose che riguardano un bambino, le buone come le meno buone, gli devono essere dette. Ogni genitore, al di là delle buone intenzioni, non dovrebbe mai ingannare il bambino, il quale ha bisogno di un’attenzione priva di interferenze. Se la parola è vera e frutto dell’ascolto, allora è anche efficace e diventa nutrimento per la crescita. Occorre tener conto che l’educazione è un processo comunicativo, ma allo stesso tempo è un processo che rende liberi e autonomi. La parola inoltre “umanizza” ogni sofferenza, dando la possibilità a chi ne è colpito di gestirla e viverla in modo non traumatico. Perfino la morte del nonno deve essere spiegata al bambino, perché la sofferenza spiegata diventa naturale, umana e quindi vivibile” fino a poter aprire un dialogo costante anche con il nonno che ora è in cielo. acetiezio@iol.it